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OGM: cosa bolle in pentola?
mare che le piante siano state oggetto di modificazione genetica sin dal-
l’inizio dell’agricoltura e, in effetti, la stessa domesticazione ha determina- FOCUS
to una drastica selezione tra specie ed entro specie. L’agricoltura moder-
na, soprattutto nei paesi industrializzati, è in massima parte frutto degli
sforzi del miglioramento genetico della prima metà dello scorso secolo e
dell’utilizzazione di prodotti chimici nelle colture, culminati nella “rivolu-
zione verde” degli anni sessanta. Per poter aumentare la variabilità gene-
tica delle piante coltivate si ricorre oggi ad incroci “mirati”, tecniche cel-
lulari (ibridi somatici, clonazione vegetale, ecc.) e alla mutagenesi chimica
e fisica; attualmente, sono state registrate più di duemila varietà prodotte
per irraggiamento con raggi X e Gamma, di cui alcune decine in Italia. 1
Per esempio, il grano Creso che da circa vent’anni ha conquistato il pri-
mato tra le varietà di grano duro utilizzate per la pasta, si origina da un
incrocio fra una linea messicana, a sua volta derivata da un incrocio fra un
frumento tenero e un frumento duro, e una linea mutante generata trami-
te raggi X a partire dalla varietà italiana Cappelli.
È innegabile che il recente miglioramento delle varietà abbia contribui-
to ad aumentare le produzioni sia per unità di superficie che per ora di
lavoro, mantenendo bassi i prezzi dei prodotti agricoli, e consentendo così
l’accesso di vasti strati di popolazione a prodotti in precedenza riservati a
pochi. Negli ultimi anni, la produzione di alimenti per abitante, su scala
globale e nei paesi in via di sviluppo, è però rimasta inalterata perché il
miglioramento genetico derivante dalla “rivoluzione verde” ha ormai pro-
dotto la maggior parte dei suoi effetti. Inoltre, alcuni fattori essenziali
della produzione agricola, come il suolo da coltivare e l’acqua, sono diven-
tati fattori limitanti, senza contare gli effetti nocivi generati sull’ambiente
dall’uso intensivo di prodotti chimici e di energia, e l’erosione del suolo
prodotto dalla meccanizzazione agricola. A fronte di un costante aumen-
to della popolazione mondiale, che richiede necessariamente un incre-
mento delle produzioni, si rende necessaria la messa in campo di nuove
varietà che abbiano una maggiore resa, siano meno sensibili a fattori
avversi e richiedano minori trattamenti agro-chimici.
Il miglioramento genetico tradizionale e le tecniche di mutagenesi, che
hanno prodotto risultati importanti da un punto di vista della produzione .1
e della qualità del prodotto, presentano lo svantaggio di agire in modo oI-n
casuale su tutto il genoma della pianta. Nel caso in cui si abbia come n
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