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Agricoltura italiana e OGM: coesistenza possibile o incompatibilità?


            zione che viene meno ai fini della loro collocazione sul mercato è l’assen-
            za di certezze rispetto alle effettive caratteristiche qualitative del bene,  FOCUS
            come chiaramente emerge dall’atteggiamento che i consumatori hanno
            ripetutamente mostrato di avere nei confronti di questi stessi prodotti.
               Sulla materia sono stati effettuati numerosi studi, molti dei quali con-
            dotti con la tecnica del sondaggio. Tra le analisi più recenti, ci limiteremo
            a citare quelle condotte, nel 2004, da People SWG e da ISPO dalle quali
            emerge che il 75% dei consumatori italiani è contrario a consumare pro-
            dotti OGM (SWG, 2004) e che il 67% ritiene l’impiego di OGM molto
            (55%) o abbastanza (12%) dannoso per l’agroalimentare italiano (SWG,
            2004). Un altro dato molto significativo sui comportamenti che possono
            limitare la propensione al consumo dei prodotti transgenici è che, secon-
            do dati ISPO dell’ottobre 2004, il 46% dei consumatori ritiene tali prodot-
            ti dannosi per la salute e che il 58% li considera comunque meno salutari
            dei prodotti tradizionali.
               Nell’esprimere una valutazione di tipo economico su di una questione
            così controversa se, da un lato, si deve porre la massima attenzione nel-
            l’evitare di esprimere giudizi di valore, dall’altro lato non si possono, però,
            non assumere le preferenze espresse dai consumatori come un dato, cui
            riferirsi. Ciò vale, tanto per gli analisti economici, quanto per i produttori
            agricoli che «devono tenere ben presente che produrre un bene senza
            mercato significa, per le aziende, produrre senza futuro» (Prestamburgo,
            2002). 4
               In una situazione di questo tipo, la presenza di uno stato di incertezza
            riguardo alla natura (transgenica, non transgenica) dei beni alimentari,
            peraltro alimentata dalle vigenti norme sull’etichettatura che, come noto,
            prevedono un valore di soglia, sotto il quale la presenza di OGM è consi-
            derata accidentale e, pertanto, non deve essere indicata in etichetta, si avrà,
            comunque, una tendenza alla riduzione dei prezzi dei prodotti alimentari
            che sarà determinata dalla sostanziale indisponibilità della gran parte dei
            consumatori ad acquistare prodotti contenenti OGM e che, pertanto, non
            sarà positiva, né per gli agricoltori che, tale riduzione, saranno costretti a
            subire, né per gli stessi consumatori che, quando la loro disponibilità di
            reddito glielo consentirà, si orienteranno verso prodotti più costosi con      .1
            certificazione “OGM-free”.                                                     oI-n
               In conclusione, ne discende che i prodotti transgenici, qualora doves-      n
                                                                                           n
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