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Agricoltura italiana e OGM: coesistenza possibile o incompatibilità?
tare che i rischi di commistione divengano economicamente pregiudizie-
voli per le coltivazioni diverse da quelle transgeniche, non si può non sot- FOCUS
tolineare che uno dei principali ostacoli in tal senso sia rappresentato dalle
caratteristiche strutturali delle aziende agricole italiane.
La convenienza economica ad introdurre le coltivazioni transgeniche
Dai dati esaminati risulta evidente che, fino ad oggi, le coltivazioni tran-
sgeniche hanno trovato applicazione in sistemi produttivi agricoli profon-
damente diversi da quello italiano. Fermo restando che la valutazione della
convenienza ad introdurre, o a praticare le coltivazioni transgeniche è da
considerare significativa solo se effettuata in riferimento alle singole col-
ture ed in relazione alle caratteristiche ambientali, strutturali, economiche,
produttive e commerciali delle realtà interessate, non si può, tuttavia, non
considerare che gli elementi conoscitivi di cui, attualmente, disponiamo
rendono necessario operare alcune considerazioni, in merito, almeno, a tre
aspetti:
1) i risultati economici e produttivi desumibili dalle esperienze condot-
te nei Paesi che praticano le coltivazioni transgeniche su larga scala;
2) la compatibilità con il modello di sviluppo dell’agricoltura italiana;
3) le caratteristiche della domanda e, più in genere, l’atteggiamento del
consumatore rispetto agli OGM.
I risultati economici e produttivi desumibili dalle esperienze di altri Paesi - Con rife-
rimento alle coltivazioni transgeniche attualmente in uso, essendo esse dif-
fuse ad un livello economicamente rilevante dal 1996, esistono numerosi
riscontri in merito ai risultati economici e produttivi ottenuti a seguito del
loro utilizzo e, in specie, riguardo ai costi ed ai benefici determinati per
effetto delle modificazioni introdotte attraverso la transgenesi.
A questo riguardo, giova premettere che le coltivazioni transgeniche
non sembrano essere in grado di assicurare risultati produttivi superiori
rispetto a quelli delle colture convenzionali. A conferma di ciò vale l’esem-
pio della soia negli USA, ove dal 1996 (anno di introduzione degli OGM)
al 2003 le superfici coltivate sono aumentate da 25,6 a 29,3 milioni di etta-
ri (+14,4%), mentre la produzione è cresciuta di appena lo 0,1% (da 64,8 .1
a 65,8 milioni di tonnellate), con un’evidente flessione delle rese, passate oI-n
da 25,3 a 22,5 quintali ad ettaro (-11,1%). n
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