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La ripresa della natura: le riflessioni del cinema su un concetto ambiguo
cinema come fiction o semplice attività dall’intento ludico, mentre questa
riluttanza ha lasciato il posto ad una forte prossimità ed immedesimazio-
ne con le “immagini in movimento” da parte delle nuove generazioni.
Ormai la “settima arte” non può più presentarsi come compendio o sus-
sidio alle forme di comunicazione consolidate, quali la scrittura, la parola
o l’immagine fotografica: è, al pari delle altre, produttrice di senso e signi-
ficati sempre nuovi e differenti, produttrice della nostra esperienza del
mondo e, in questo caso, della nostra conoscenza della natura. Attraverso
il filtro dello schermo, specialmente televisivo, arrivano scorci dei luoghi
più emozionanti del globo ed è come se realmente li conoscessimo o
potremmo in ogni caso profferire qualcosa su di loro; però, anche se
un’esperienza del genere, quasi al vertice delle altre, può incredibilmente
essere vissuta senza muoversi dalla propria stanza in un itinerarium mentis,
si deve tentare di restituire la maniera in cui visione e conoscenza s’inter-
secano, alla riscoperta di un’estetica naturale.
Nel gioco di parole presente nel titolo si celano alcune considerazioni
elementari ma valide. La prima è che la natura - ormai da anni - è divenu-
ta uno dei soggetti privilegiati del cinema: filtrata attraverso l’occhio della
telecamera e svelata in tutta la sua maestosità, grazie all’integrazione effi-
cace d’immagine, suono e parola, la vita della natura è “ripresa” in una
veste inconsueta che, verosimilmente, non chiunque sarebbe stato in
grado di cogliere. Inoltre la visione della natura che una comunità o una
società compone, indica il patrimonio ed il tipo di conoscenze che una
determinata cultura possiede sull’argomento. Va quindi studiato ulterior-
mente questo solido connubio.
La seconda accezione secondo cui va invece letto il termine “ripresa”
indica in senso tecnico e specificatamente cinematografico il modo in cui
è inscenato lo spettacolo naturale, il come della rappresentazione. Se quin-
di appare chiaro il perché non si possa più rimanere completamente indif-
ferenti al valore culturale di questo denso rapporto, questo secondo aspet-
to integra ulteriormente le ragioni del primo tramite le scelte stilistiche dei
registi. Nella narrazione filmica il come l’immagine è posta ed il tipo di raf-
figurazione impiegato, offre o meno la possibilità di fissare la realtà stori-
ca del “problema natura”, di scomporlo, analizzarlo e quindi ripensarlo in .1
termini critici ed artistici. Questa è l’enorme potenzialità del cinema che oI-n
non tutti i registi riescono a gestire. n
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