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(resupinazione) il labello, invece di presentarsi nella parte alta del fiore, si
                        presenta nella parte bassa. L'accorgimento consente al labello di assolvere
                        alla sua funzione di posatoio per gli insetti impollinatori. Vi sono però
                        alcuni generi in cui l'ovario non ruota (Nigritella, Epipogium) oppure ruota
                        di 360º (Malaxis,  Hammarbya); in questi casi il labello si ritrova nella
                        posizione superiore (originaria) del  fiore. Questo fenomeno, raramente, è
                        stato riscontrato anche sul nostro territorio in fiori del genere  Ophrys. In
                        alcuni generi (Platanthera, Anacamptis, Gymnadenia) il labello è provvisto,
                        nella parte posteriore, di un vistoso sperone che solo in particolari casi
                        contiene il nettare per l'attrazione degli insetti, mentre più spesso
                        rappresenta una struttura atta ad "ingannare" gli insetti che associano lo
                        sperone alla presenza di nettare.
                            L'apparato riproduttore è rappresentato dal "ginostemio" che, saldato
                        insieme, raggruppa sia il complesso della parte maschile (androceo) che
                        quello femminile (gineceo). L'androceo è rappresentato da un unico stame
                        fertile che, nel caso delle nostre orchidee, produce due sacche polliniche
                        ognuna sostenuta da un peduncolo ("caudicola") a sua volta fissato in una
                        tasca membranacea detta "rostello" tramite una o più ghiandole ("viscidi"),
                        che possono essere libere o racchiuse in un involucro chiamato "borsicola".
                        L'insieme di sacca pollinica, caudicola e viscidio costituisce il "pollinio".
                        Il gineceo è rappresentato da un ovario, che è sempre infero, e dalla cavità
                        stigmatica, collocata sotto l'androceo, la cui superficie è di natura
                        appiccicosa per favorire l'adesione del polline.
                            La riproduzione delle orchidee può avvenire sia attraverso la forma
                        asessuata (apomissia = produzione di semi fertili senza fecondazione),
                        limitata nelle regioni fredde con periodo di fioritura molto breve e con
                        scarsità di impollinatori, che attraverso la forma sessuata. In questo secondo
                        caso la fecondazione è conseguenza dell'impollinazione che può avvenire
                        con l'autoimpollinazione (il polline passa dall'antera allo stimma dello stesso
                        fiore, pianta autogama), la geitonogamia (il polline passa dall'antera di un
                        fiore allo stimma di un altro fiore ma della stessa pianta, definita autofertile)
                        e l'impollinazione incrociata (è il caso più frequente, quando il polline di un
                        fiore passa sullo stimma di un altro fiore di pianta diversa nel caso di piante
                        allogame).
                            Come già evidenziato, nella generalità delle nostre orchidee il polline è
                        raccolto in un organello complesso denominato "pollinio", adatto ad essere
                        trasportato dagli insetti e non dal vento. L'impollinazione quindi è
                        entomogama e può avvenire attraverso tre diversi meccanismi di attrazione:
                        trappola di odori, attrazione alimentare e mimetismo. I primi due casi sono
                        limitati a orchidee che producono nettare, che fa da attrazione. Da noi il



                                                                   I quaderni di SILVAE.IT – Pagina 11
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