Page 15 - Silvae_copertina_fronte.tif
P. 15
(resupinazione) il labello, invece di presentarsi nella parte alta del fiore, si
presenta nella parte bassa. L'accorgimento consente al labello di assolvere
alla sua funzione di posatoio per gli insetti impollinatori. Vi sono però
alcuni generi in cui l'ovario non ruota (Nigritella, Epipogium) oppure ruota
di 360º (Malaxis, Hammarbya); in questi casi il labello si ritrova nella
posizione superiore (originaria) del fiore. Questo fenomeno, raramente, è
stato riscontrato anche sul nostro territorio in fiori del genere Ophrys. In
alcuni generi (Platanthera, Anacamptis, Gymnadenia) il labello è provvisto,
nella parte posteriore, di un vistoso sperone che solo in particolari casi
contiene il nettare per l'attrazione degli insetti, mentre più spesso
rappresenta una struttura atta ad "ingannare" gli insetti che associano lo
sperone alla presenza di nettare.
L'apparato riproduttore è rappresentato dal "ginostemio" che, saldato
insieme, raggruppa sia il complesso della parte maschile (androceo) che
quello femminile (gineceo). L'androceo è rappresentato da un unico stame
fertile che, nel caso delle nostre orchidee, produce due sacche polliniche
ognuna sostenuta da un peduncolo ("caudicola") a sua volta fissato in una
tasca membranacea detta "rostello" tramite una o più ghiandole ("viscidi"),
che possono essere libere o racchiuse in un involucro chiamato "borsicola".
L'insieme di sacca pollinica, caudicola e viscidio costituisce il "pollinio".
Il gineceo è rappresentato da un ovario, che è sempre infero, e dalla cavità
stigmatica, collocata sotto l'androceo, la cui superficie è di natura
appiccicosa per favorire l'adesione del polline.
La riproduzione delle orchidee può avvenire sia attraverso la forma
asessuata (apomissia = produzione di semi fertili senza fecondazione),
limitata nelle regioni fredde con periodo di fioritura molto breve e con
scarsità di impollinatori, che attraverso la forma sessuata. In questo secondo
caso la fecondazione è conseguenza dell'impollinazione che può avvenire
con l'autoimpollinazione (il polline passa dall'antera allo stimma dello stesso
fiore, pianta autogama), la geitonogamia (il polline passa dall'antera di un
fiore allo stimma di un altro fiore ma della stessa pianta, definita autofertile)
e l'impollinazione incrociata (è il caso più frequente, quando il polline di un
fiore passa sullo stimma di un altro fiore di pianta diversa nel caso di piante
allogame).
Come già evidenziato, nella generalità delle nostre orchidee il polline è
raccolto in un organello complesso denominato "pollinio", adatto ad essere
trasportato dagli insetti e non dal vento. L'impollinazione quindi è
entomogama e può avvenire attraverso tre diversi meccanismi di attrazione:
trappola di odori, attrazione alimentare e mimetismo. I primi due casi sono
limitati a orchidee che producono nettare, che fa da attrazione. Da noi il
I quaderni di SILVAE.IT – Pagina 11