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il massimo glaciale. Possiamo, infatti, immaginare che durante le
glaciazioni, a parte le zone rifugio, molta flora o veniva distrutta o si
spostava a latitudini e altitudini più calde, viceversa, durante i periodi
interglaciali, faceva il percorso inverso, magari con altre specie di nuova
formazione.
In seguito alle ultime glaciazioni, che resero possibile la creazione di
collegamenti via terra tra la Puglia e la Penisola Balcanica, è possibile
ipotizzare scambi floristici fra le due sponde opposte. Nel caso della Puglia
si presume che le migrazioni siano avvenute in tempi diversi già a partire
dal Terziario e considerato che la Penisola Balcanica ha una orogenesi più
antica rispetto a quella italiana, tali spostamenti, almeno all'origine,
avvennero in direzione occidentale.
La Puglia è considerata la regione "porta d'ingresso" di molte specie
balcanico-orientali (PEZZETTA, 2010). E' interessante evidenziare che i
collegamenti tra la Puglia e la Penisola Balcanica hanno consentito la
migrazione verso occidente di varie orchidee dei generi Serapias e Ophrys e
che in quest'ultimo genere, grazie alla sua alta variabilità genetica e al facile
fenomeno della ibridazione, si sono costituite nuove specie, anche di tipo
endemico. In effetti la maggiore concentrazione di orchidee endemiche sono
concentrate sul Gargano e comunque in Puglia; aree geograficamente divise
dalla catena appenninica e orientate verso le coste della Penisola Balcanica.
Nel territorio in considerazione, oltre le endemiche generiche (Ophrys
tarentina, Ophrys holosericea subsp. parvimaculata, Ophrys holosericea
subsp. apulica, Ophrys oxyrrhynchos subsp. celiensis, Ophrys fusca subsp.
lucana, ecc.) ci sono anche quelle puntiformi (Ophrys tardans, Ophrys
exaltata subsp. mateolana).
I quaderni di SILVAE.IT – Pagina 16