Page 73 - Supplemento Rassegna 2017-2
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MIN. PLEN. FRANCESCA TARDIOLI
Perseguire questo obiettivo è al centro della nostra presenza sul Consiglio
di sicurezza dell’ONU quest’anno, nel cui ambito sosteniamo con forza la
vision del Segretario Generale Guterres di promuovere un approccio olistico
alle operazioni di mantenimento della pace, mettendo al primo posto la preven-
zione e garantendo che adeguate risorse ed attenzione siano dirette ad una
sostenibile stabilizzazione post-conflitto.
Riteniamo che gli attori regionali e sub-regionali, a partire dall’Unione
europea e dall’Unione africana, e la maggior parte di tutte le Autorità locali e le
popolazioni siano la nostra più grande risorsa per raggiungere tali obiettivi.
La nostra prima priorità è quella di costruire la capacità per garantire che
i problemi locali possano essere soddisfatti con soluzioni locali, in Africa e
altrove.
Nel quadro dei nostri programmi di cooperazione multilaterale e bilatera-
le, l’Italia dà un contributo cruciale ai nostri partner che cercano di portare la
pace e la prosperità ai loro cittadini, e a coloro che si impegnano a garantire che
i loro sforzi di polizia siano costruiti su solide premesse professionali ed etiche.
Grazie ai nostri Carabinieri, e più in generale alle nostre forze di Difesa,
dalla Somalia all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia, nel Sahel, nel Golfo d’Arabia,
nei Balcani e nell’Europa orientale, ovunque sia richiesta la nostra assistenza,
l’Italia non risparmia alcuno sforzo per costruire la capacità in seno al
Consiglio, dalla sicurezza delle frontiere alla sicurezza elettorale, dalle procedure
di giustizia e carcerarie, alla lotta contro la criminalità organizzata e i traffici.
Lo facciamo fornendo corsi di formazione nelle nostre strutture, a partire
naturalmente dal Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità a
Vicenza (CoESPU). E lo facciamo per mezzo di attività di mentoring e assisten-
za, “spalla a spalla” con i nostri partner, sul campo, in ambienti post-conflitto
meno permissivi.
In secondo luogo, attraverso il celebre modello italiano all’approccio inte-
grato e omnicomprensivo, ci sforziamo di mettere la popolazione al centro
degli sforzi di stabilizzazione. È un modello che continuiamo ad attuare con
successo, per esempio, attraverso il nostro contributo ad UNIFIL nel Libano
meridionale, dove le nostre forze militari, tra cui i Carabinieri, sono in grado di
contenere una situazione molto volatile attraverso il dialogo, sfruttando tutti gli
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