Page 20 - Supplemento Rassegna 2017-2
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I PANEL: IL COMANDO CARABINIERI MAECI
                        E LA SICUREZZA DELLE SEDI DIPLOMATICHE ALL’ESTERO



               linguistica, con eccellenti precedenti di servizio che svolgono una adeguata for-
               mazione prima della partenza.
                    Sono 132 gli elementi in possesso di specifico addestramento provenienti
               dal  1°  Reggimento  paracadutisti  “Tuscania”,  dal  7°  Reggimento  “Trentino
               Alto  Adige”  e  dal  13°  Reggimento  “Friuli  Venezia  Giulia”,  costantemente
               impiegati presso alcune sedi diplomatiche dove, oltre al delicato compito di
               protezione e scorta dell’Ambasciatore e dei suoi funzionari diplomatici ope-
               ranti in Teatri ad alto rischio terrorismo e/o criminalità, potenziano la sicurez-
               za delle infrastrutture.
                    Nel biennio 2015/2016 presso le sedi Diplomatiche ad alto rischio si sono
               complessivamente avvicendati 800 militari.
                    É questo  il  qualificato  contesto  della  costante  collaborazione  con
               l’Ispettorato Generale e l’Unità di Crisi, cui sono attribuite primarie responsa-
               bilità, e con i quali vengono sinergicamente definite le procedure di intervento
               nelle aree di interesse.
                    In  tale  quadro  va  vista  anche  la  preziosa  funzione  di  raccordo  che  il
               Comando MAE svolge tra l’Unità di Crisi della Farnesina ed i carabinieri del
               ROS e del RACIS, allorquando operano su territori colpiti da catastrofi naturali,
               da attentati terroristici e sequestri di persona. Una funzione di raccordo che
               viene  assicurata  anche  tra  gli  organismi  del  Ministero  interessati  e  i  Reparti
               Territoriali dell’Arma impegnati in attività di polizia giudiziaria all’estero.
                    Sono numerosi inoltre gli episodi particolarmente significativi nei quali
               militari dell’Arma, impiegati con compiti di vigilanza e sicurezza presso sedi
               diplomatiche estere hanno dato prova di particolare valore e perizia.
                    Sono accaduti episodi di rilievo a Teheran, a San Paolo del Brasile, ad
               Accra, a La Marsa (vicino Tunisi), a Dacca, a Hebron, ma correrei il rischio
               di essere autocelebrativo e quindi preferisco sottolineare il fatto che l’attività
               del carabiniere nelle nostre Sedi Diplomatiche è mutata notevolmente da quel
               lontano 1943, passando da un mero servizio di vigilanza ad una qualificata atti-
               vità di esperto della sicurezza a tutto tondo, in grado di fornire agli organi cen-
               trali del MAECI e ai capi missione un contributo tecnico di elevato livello anche
               nell’analisi delle valutazioni del rischio e delle misure di protezione da predi-
               sporre.

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