Page 37 - Rassegna 3-2016
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DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO
di Da’ish, trascinando dietro a sè gli altri(9).
gli attacchi del 13 novembre a parigi hanno riproposto una crisi di portata
imprevedibile, facendoci retrocedere nel tempo a quell’11 settembre; e la mede-
sima devastante tragicità sembra ripresentarsi nel ciclico ritornare degli eventi.
In questa inossidabile persistenza e permanenza nel tempo di scenari spavento-
si, ancora una volta la lacerante espressività dei fatti sembra avere il sapore di
un déjà-vu; ancora una volta quello di una guerra annunciata di cui non si è stati
capaci di cogliere i segnali premonitori, non soltanto sotto il profilo dell’analisi
geopolitica, ma ancor più su quello immediato dell’intelligence e dell’indagine pre-
ventiva.
I più recenti attacchi del 22 marzo, a Bruxelles, a pochi passi dalle istitu-
zioni europee, nell’aeroporto di zeventem e sul treno della metropolitana nella
stazione di Maelbeek, confermano la volontà di proseguire nella strategia del
terrore. la sera di quel martedì, sono risuonate le campane della Katholieke
Universiteit leuven, la più antica università del Belgio, intonando la canzone di
John lennon Immagine come inno per la pace, mentre sul tweet ufficiale veniva
diffuso “La speranza deve sopravvivere”.
Di fronte a questo stato di emergenza permanente, ove la difficoltà di
superare l’emotività razionalizzandola rischia di paralizzare le nostre energie
migliori, consideriamo centrale il prezioso imperativo morale di Bauman,
secondo cui “dobbiamo diventare noi stessi risposta”.
proprio lo studio delle strategie comunicative di Da’ish declinato nel pre-
sente elaborato si propone pertanto di tentare di individuare una road map attra-
verso la valorizzazione della conoscenza multidisciplinare “intesa anche come capa-
cità di interpretare i segnali deboli provenienti dall’ambiente”; poichè è innegabile come
quanto accaduto l’11 settembre a new York e, tre lustri dopo, il 13 novembre
a parigi ed il 22 marzo a Bruxelles, passando per Madrid e londra, testimoni
(9) - esemplificativo il caso di al-Jazeera, divenuto dalla fine degli anni ’90 il canale preferenziale
attraverso il quale la macchina della comunicazione jihadista ha scelto di diffondere la propria
propaganda. grazie ai finanziamenti provenienti dal Qatar, la rete televisiva si è proposta come
uno strumento comunicativo moderno, in grado di adottare il modello occidentale tra talk show
e reportage. Muovendosi come su un campo di battaglia ove i media diventano competitors per
conquistare l’attenzione del pubblico, fornisce una informazione talvolta tendenziosa, ma mai
completamente infondata, raccolta grazie ad una stretta sinergia con i gruppi jihadisti.
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