Page 34 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

      Il meeting è organizzato dalle nazioni Unite e dall’Interpol, nell’ambito del
programma globale di contrasto al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo(1).

      Ma improvvisamente, la conferenza viene interrotta dal Chairman per “una
comunicazione di emergenza”. parole pronunciate a bassa voce ma insolitamente
taglienti, che incidono tragicamente l’atmosfera ovattata del seminario. “Un
primo aereo, un boeing 737” - viene detto - “ si è schiantato contro la Torre Nord di New
York; un secondo aereo contro quella Sud. Un terzo ed un quarto aereo sono precipitati sul
Pentagono e nella Somerset Country, in Pennsylvania. Non riteniamo possa trattarsi di quat-
tro incidenti”. la prima delegazione a lasciare sbrigativamente il tavolo tecnico è
quella israeliana, in un modo che suggerisce possa trattarsi di una guerra annun-
ciata. Tra le ore 8:48 e le 10.29 del 9.11 (data statunitense), si era consumato un
crimine epocale che, con lo strazio di migliaia di vittime, avrebbe anche inaugu-
rato un nuovo modo di fare la guerra. Una parabola del terrore, ma soprattutto
del terrorismo mediale, capace di mettere in pericolo l’umanità intera, devastando-
ne l’immaginario.

      la Torre nord del World Trade Center di Manhattan, infatti, difficilmente
avrebbe potuto essere ripresa durante lo schianto. è quello che constatammo
quel giorno precipitandoci come tutti davanti al piccolo schermo televisivo, dopo
che ciascuno ebbe rassicurato con una telefonata transoceanica i propri fami-
gliari rimasti in Italia.

      In quei frangenti immediatamente successivi alla prima destabilizzante
notizia, la televisione aveva costituito infatti il più importante “veicolo d’iniziale
metabolizzazione dello shock subìto”(2) oltre che uno strumento di verifica delle

(1) - Il gruppo di lavoro era presieduto da Mr. Timothy lemay in rappresentanza delle nazioni
      Unite e da Mr. Thomas Brown, in rappresentanza dell’Interpol. Il capo della delegazione ita-
      liana, composta da un funzionario dello SCo della polizia di Stato e dallo scrivente, era il
      Cons. piero luigi Maria Dell’osso, all’epoca Sostituto procuratore nazionale Antimafia, dele-
      gato al coordinamento nazionale delle attività riguardanti lo specifico settore.

(2) - Cfr. “I circuiti dell’allarme: media e passaparola a confronto” di valentina MARTIno, in Torri crollan-
      ti, a cura di MARIo MoRCellInI, francoAngeli editore, Milano, 2002, pag. 134. Sul punto
      si veda anche L’ora della comunicazione” di Andrea CeRASe, lucia D’AMBRoSI e valentina
      MARTIno, in Torri crollanti, a cura di Mario MoRCellInI, op. cit. pagg. 35 e 36. “(…) la
      propagazione dell’allarme ha visto la rapida convergenza di una miriade di flussi comunicativi (…) verso l’im-
      provvisa tridimensionalità dello schermo televisivo: la diretta, e in seguito la ruminazione televisiva dell’evento
      hanno certamente rappresentato una prima e più istintiva forma di metabolizzazione collettiva del potente
      shock percettivo subìto, in attesa di modalità più razionali di reazione sociale contro l’emergenza”.

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