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AGRO ECO AMBIENTE




             sono paesi in via di sviluppo, e ad intraprendere rapide riduzioni in seguito, in
             linea con le migliori conoscenze scientifiche a disposizione, così da raggiungere un
             equilibrio tra le fonti di emissioni antropogeniche e gli assorbimenti di gas ad effet-
             to serra nella seconda metà del corrente secolo.
                  La lotta al cambiamento climatico, “giuridicamente” inteso non in quanto
             fatto naturale, ma in quanto conseguenza di un comportamento umano , diven-
                                                                                 7
             ta dunque un impegno “cogente” nelle agende politiche degli Stati a fronte del-
             l’assunzione di specifiche responsabilità e dell’adozione di misure non più riman-
             dabili.
                  In tale contesto, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo ambizioso della
             “neutralità climatica” al 2050 , con il traguardo intermedio della riduzione del
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             55% delle emissioni entro il 2030. La Comunicazione dell’11 dicembre 2019 rela-
             tiva al “Green Deal Europeo”  fissa, in particolare, la linea d’azione che la
             Commissione, impegnandosi ad affrontare i problemi legati al clima e all’am-
             biente, intende mettere in campo: una strategia di crescita mirata a trasformare
             l’UE in una società giusta e prospera che miri a proteggere, conservare e migliorare
             il capitale naturale dell’UE e […] la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di
             natura ambientale e dalle relative conseguenze, mediante una transizione […] giu-
             sta e inclusiva che metta al primo posto le persone. Constatato che i cambiamenti
             climatici e il degrado ambientale sono sfide mondiali che richiedono una risposta
             mondiale, l’UE si pone quale promotore internazionale di politiche ambiziose in
             materia di ambiente, clima ed energia prodigandosi affinché l’accordo multilate-
             rale di Parigi resti il caposaldo della lotta ai cambiamenti climatici.

             2.  La climate change litigation
                  È tuttavia opinione diffusa che non siano sinora seguite, a livello globale, né
             l’assunzione da parte degli Stati  di adeguate misure di mitigazione e di adattamento
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             per contrastare il cambiamento climatico , né l’adozione da parte delle imprese
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             7  Secondo P. L. Petrillo, Il costituzionalismo climatico. Note introduttive cit., p. 235, l’oggetto giu-
               ridico cui il legislatore dovrebbe prestare attenzione sono i processi umani climalteranti: è il rappor-
               to causale tra l’attività umana e il cambiamento climatico a rappresentare un fattore giuridica-
               mente rilevante.
             8  Intesa sia come riduzione delle emissioni di gas serra, sia come aumento delle capacità di assorbi-
               mento del carbonio, (https://www.consilium.europa.eu/en/5-facts-eu-climate-neutrality/).
             9 Eccetto la generica condivisione raggiunta alla CoP 28 a Dubai della transition away, ovvero
               della riduzione graduale dai combustibili fossili (al contrario del phase out, uscita netta), in modo
               da raggiungere “zero emissioni” nel 2050. Né la successiva CoP 29 di Baku, svoltasi a novembre
               2024, ha fatto registrare sul punto significativi passi in avanti, (https://www.focus.it/
               ambiente/ecologia/cop29-come-e-andata-a-finire-la-conferenza-delle-parti-sul-clima-di-baku).

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