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I nuOvI DIrIgenTI Del COmPArTO DIFesA e sICurezzA
Svolta quest’utile premessa, andiamo ora ad analizzare nello specifico il con-
testo legislativo dal quale emerge come la dirigenza militare dal 2000 è stata ogget-
to di un profondo processo di revisione, iniziato con il Decreto Legislativo del 5
ottobre 2000, n. 297 recante “norme in materia di riordino dell’Arma dei cara-
binieri, a norma dell’articolo 1 della legge 31 marzo 2000, n. 78” e poi ripreso con
l’introduzione del Codice dell’ordinamento militare .
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La procedura di revisione in parola aveva l’obiettivo di modernizzare e ren-
dere più efficiente la gestione del personale militare e le strutture organizzative
delle Forze Armate italiane.
In particolare, tale decreto includeva disposizioni relative alla razionalizza-
zione e alla modernizzazione della struttura organizzativa della dirigenza militare,
con l’obiettivo di migliorare l’efficienza operativa e gestionale delle Forze Armate;
esso si inquadrava nel contesto più ampio delle riforme amministrative avviate in
Italia tra la fine degli anni novanta e gli inizi degli anni 2000 .
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Dopo questo primo passaggio normativo, l’iter di modifica del quadro diri-
genziale militare è proseguito nel 2005, con la L. 28 novembre 2005 n. 246 che
6 Il Codice dell’ordinamento militare (Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66) è un corpus che
disciplina organizzazione, funzionamento e compiti della difesa militare e delle Forze Armate ita-
liane; venne elaborato nell’ambito del procedimento di semplificazione e sistemazione normativa
effettuato ai sensi dell’art. 20 comma 9 della legge 15 marzo 1997, n. 59 (legge Bassanini semel) e
dell’art. 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246. Esso ha rappresentato una vera e propria opera
di riassetto di un numero elevatissimo di norme, di vario rango e di epoche diverse, in un codice
unico composto da 3.398 articoli. Il relativo regolamento di attuazione è stato emanato col DPR
15 marzo 2010, n. 90, recante il Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordina-
mento militare.
7 Degne di menzione sono, in tale ambito, anzitutto le leggi riconducibili alla cosiddetta “riforma
Bassanini”, che prende il nome dall’allora ministro della funzione pubblica Franco Bassanini.
Trattasi delle legge 15 marzo 1997, n. 59, Delega al governo per il conferimento di funzioni e com-
piti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplifica-
zione amministrativa; legge 15 maggio 1997, n. 12, misure urgenti per lo snellimento dell’attività
amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo; legge 16 giugno 1998, n. 191,
modifiche ed integrazioni alle leggi 15 marzo 1997, n. 59, e 15 maggio 1997, n. 127, nonché norme
in materia di formazione del personale dipendente e di lavoro a distanza nelle pubbliche ammini-
strazioni. Disposizioni in materia di edilizia scolastica”, e infine legge 8 marzo 1999, n. 50,
Delegificazione e testi unici di norme concernenti procedimenti amministrativi. In verità, come
afferma Bassanini stesso durante il Convegno sulle riforme amministrative a dieci anni dalla
Riforma Bassanini, organizzato dall’Università di Roma Tre a Roma, il 30-31 gennaio 2008,
l’opera di ammodernamento della pubblica amministrazione ha inizio ben prima e precisamente
con le leggi 142 e 241 del 1990 disciplinanti rispettivamente l’ordinamento delle autonomie locali
ed il procedimento amministrativo. nel nuovo millennio l’opera di semplificazione prosegue, con
l’introduzione di svariati Testi unici (ad esempio sulla documentazione amministrativa, sull’edi-
lizia, sull’espropriazione, sulle spese di giustizia), ma soprattutto con la riforma del Titolo V della
Costituzione ad opera della legge Cost. 3/2001 oltre che grazie all’istituzione dell’Unità per la
semplificazione in seno alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed all’insediamento della
Commissione Bicamerale per la semplificazione della legislazione istituita con legge n. 246/2005.
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