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DoTTRInA
Possiamo, dunque, concludere affermando che il dirigente pubblico è visto
sempre più come un manager, con un profilo professionale che deve avere com-
petenze specifiche (ad esempio, nel project management, nella gestione delle risor-
se umane, nella leadership e nella conduzione dei processi), con percorsi profes-
sionali molto più diversificati e meno ancorati a logiche di anzianità.
3. La trasformazione della dirigenza militare: tratti distintivi e peculiari
In primo luogo, è doveroso evidenziare che anche l’organizzazione militare
è stata attraversata dalle turbolenze economiche, ambientali e sociali degli ultimi
decenni ed è per tale motivo che il peculiare tema della dirigenza si rivela attuale
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anche in questo particolare ambito organizzativo e professionale. Inoltre, l’evolu-
zione del quadro normativo di riferimento è un aspetto cruciale per comprendere
le trasformazioni e le sfide della leadership nel comparto Difesa e Sicurezza.
Le norme che regolano la dirigenza militare, infatti, sono cambiate nel
tempo per rispondere ai cambiamenti derivanti dalle innovazioni tecnologiche,
dal contesto geopolitico e dalle nuove esigenze strategiche; ma del resto la gestio-
ne di tale modifica appare ancora più complessa in un’organizzazione come quel-
la militare, che non è una semplice struttura erogatrice di prodotti o servizi bensì
una realtà dotata di caratteri peculiari e permeata da un’uguaglianza di valori in
cui i suoi membri si identificano.
A tale ultimo proposito possiamo invero affermare che esiste, tra le donne e
gli uomini che appartengono alle istituzioni militari, una visione ideale delle
caratteristiche che dovrebbero appartenere a chi riveste posizioni di direzione.
Le peculiarità del mondo militare, infatti, facilitano senz’altro la gestione
del personale attraverso il comando, vincolata ad un’aspettativa di leadership
carismatica e orientata a modelli profondamente radicati negli appartenenti
all’amministrazione.
5 Il comparto della difesa e della sicurezza non è permeabile ai mutamenti della società civile: basti
pensare al complesso iter normativo che ha portato, grazie a spinte interne ma anche provenienti
dall’ordinamento internazionale, alla legge 20 ottobre 1999, n. 380, Delega al governo per l’isti-
tuzione del servizio militare volontario femminile che ha aperto le fila delle Forze Armate anche
alle donne, o più di recente all’acceso dibattito circa la configurabilità dell’esercizio della libertà sin-
dacale tra i ranghi delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare, che da ultimo
ha condotto, grazie alla sentenza 120/2018 della Corte costituzionale, alla costituzione di
Associazioni Professionali Sindacali a Carattere militare. Ancora, la deflagrazione di conflitti e
guerre civili in paesi vicini e lontani è all’origine della partecipazione delle Forze Armate e di Polizia
italiane a numerose missioni di peace-keeping e peace-building nei Paesi più remoti, a partire dagli
anni novanta per arrivare sino ai giorni nostri; senza considerare l’ulteriore evoluzione vissuta
dalla Difesa con l’avvento del Covid-19 che ha aggiunto al suo tradizionale compito di difesa del
territorio nazionale anche un ruolo di vero e proprio sostegno logistico alle strutture sanitarie
diventando un organo cruciale per la lotta alla pandemia.
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