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I CARABINIERI DEL 1944 - LE RESISTENZE AL REGIME COLLABORAZIONISTA



                  È chiaro che il coraggio e l’eroismo di uomini di questo tipo attira lo stu-
             dioso nell’approfondire alcune delle complesse vicende dei Carabinieri durante
             la Resistenza, ma mette in secondo piano l’operato dei Carabinieri che, come
             Tassi, entrarono a far parte di formazioni di resistenti o comunque le fiancheg-
             giarono, contribuendo al successo delle azioni partigiane.
                  Con  il  presente  contributo,  oltre  a  riprendere  e  delineare  il  ruolo  del
             Carabiniere Reale Vittorio Tassi e di Renato Magi, si vuole ampliare la serie di
             riflessioni sui militari dell’Arma a Siena nel periodo compreso tra l’8 settembre
             1943 e la liberazione della provincia, avvenuta tra il 16 giugno e il 20 luglio, il
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             cui capoluogo già il 3 luglio aveva visto andar via i tedeschi . In questo modo,
             si intende dare un quadro d’insieme del ruolo avuto dai Carabinieri Reali nella
             provincia durante tutta la fase complessa della permanenza sotto la Repubblica
             Sociale Italiana.

             2.  Le vicende dei Carabinieri nel senese
                  All’atto della dichiarazione dell’armistizio, i reparti del 2° Corpo d’Armata
             che erano stazionati nella città di Siena e nelle zone limitrofe si sbandarono rapi-
             damente e si dissolsero. Rimasero attivi i Carabinieri addetti a quella grande
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             unità con funzioni di polizia militare (quattro sezioni mobilitate, la 362  e la 204
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             addette al quartier generale del corpo d’armata, la 183  e la 7 ), nonché quelli
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             dell’Arma  territoriale.  Il  comandante  dei  Carabinieri  mobilitati  era  il  tenente
             colonnello Ferdinando Fabbo che cercò di mantenere nella piena forza le quat-
             tro sezioni con la speranza di poterle impiegare per operazioni contro i tedeschi
             all’avvicinarsi delle truppe alleate . Tuttavia, quella speranza svanì rapidamente e
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             l’ufficiale si decise a far rientrare al centro di mobilitazione (legione Alessandria)
             i reparti il 22 ottobre 1943, lo stesso giorno dell’insediamento del capo della pro-
             vincia, il fascista Giorgio Alberto Chiurco in sostituzione del prefetto Vella.
                  Allo stesso tempo, il comandante del gruppo Carabinieri Reali, il maggiore
             Rodolfo Lazzeri, supportò attivamente gli ufficiali che avevano avuto incarichi
             di polizia militare e che si erano dati alla macchia in quella provincia, agevolan-
             done la clandestinità. Oltre al tenente colonnello Ferdinando Fabbo, riuscirono
             a rimanere dissimulati, il parigrado Guglielmo Agus Cadeddu, i maggiori Verde,


             1    Sulle date della Liberazione dei singoli centri, si rinvia a https://www.regione.toscana.it/-/i-
                  giorni-della-liberazione-provincia-di-siena, ultima consultazione 7 novembre 2024.
             2    Archivio  Storico  della  Direzione  dei  Beni  Storici  e  Documentali  del  Comando  Generale
                  dell’Arma dei Carabinieri (d’ora in poi ASACC), Documentoteca, Scatola 125, fascicolo 2
                  (d’ora in poi D125.2), Legione territoriale CC di Firenze 1943/1945, relazione n. 21/3-1950
                  di prot. Segreto datata 24 settembre 1951 della Legione Territoriale Carabinieri di Palermo -
                  Uff. Comando e Mobilitazione a firma del colonnello Ferdinando Fabbo.

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