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INSERTO
Lo stalking online, in particolare, ha un significato più specifico: si riferisce
a un «comportamento continuato» che genera timore e paura per la sicurezza
di una persona. Cyberstalking e cyberharassment sono due forme di abuso che, pur
utilizzando mezzi simili e producendo effetti analoghi, presentano differenze
significative. La principale distinzione tra i due risiede nella frequenza e nella
natura dell’interazione.
Il cyberharassment si riferisce a molestie generali su internet, come insulti,
commenti offensivi e altre forme di abuso verbale. Queste interazioni tendono
a essere più sporadiche e possono includere episodi occasionali, anche se ripe-
tuti, senza l’intenzione di creare un’ossessione. L’obiettivo può essere quello di
deridere, insultare o ferire la vittima, ma non c’è una ricerca costante di contatto
o controllo. Al contrario, il cyberstalking è una forma di molestia più grave e per-
sistente, caratterizzata dal monitoraggio costante della vittima attraverso inter-
net. Questo comportamento mira a controllare e perseguitare la persona in
modo ossessivo, sorvegliando le sue attività online e, talvolta, anche offline. È un
comportamento continuo e mirato, che può includere minacce dirette, tentativi
ripetuti di contatto e intimidazioni con l’intento di instillare paura. Le molestie
online possono comportare minacce di violenza, invasioni della privacy, diffama-
zioni, richieste di danneggiare fisicamente le vittime da parte di estranei e attac-
chi tecnologici. Le caselle di posta delle vittime vengono spesso inondate da e-
mail minacciose.
Alcuni aggressori limitano gli abusi alle tecnologie connesse in rete, altri
utilizzano tutti gli strumenti disponibili per molestare le vittime, continuando nel
mondo reale. Le molestie o lo stalking offline spesso comprendono telefonate
abusive, atti di vandalismo, lettere minatorie e aggressioni fisiche. Non è raro che
gli stalker utilizzino tecnologie molto sofisticate, installano software spia sui com-
puter in modo da poter tracciare le interazioni su internet, diffondendo infor-
mazioni sui propri spostamenti, sugli acquisti, sulle abitudini di vita e così via.
Perché aggiungere il termine «cyber» a un abuso? Non basterebbe chiamar-
lo semplicemente molestie o stalking? Gli autori di tali comportamenti agiscono
attraverso atti distruttivi e persistenti, che si verificano sia online sia offline, o in
una combinazione di entrambe le modalità. Tuttavia, il termine «cyber» ha una
funzione importante: evidenzia come Internet possa amplificare i danni causati.
La rete si distingue infatti per la sua portata globale e senza limiti temporali.
Con l’avvento dell’era digitale, l’oblio ha trovato nuova vita, perché il web
è in continua espansione grazie al flusso costante di dati provenienti da ogni
angolo, che sfuggono al controllo dell’autore non appena vengono condivisi
online.
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