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DALL’USURA COME PECCATO CONTRO DIO ALL’USURA BANCARIA
Paese portando all’ascesa del partito fascista, fecero riemergere una concezione
di Stato etico che si rifletté nell’introduzione di una norma (l’art. 644 c.p., in
vigore fino alla riforma del 1996) dalla forte ratio solidaristica-paternalistica, in
cui l’intervento dello Stato, pur limitando la libertà negoziale, trovava la sua legit-
timazione nella tutela della parte debole e nella punizione dell’ingiustizia contrat-
tuale messa in atto dall’altro contraente approfittatosi dello “stato di bisogno”.
La costante ricerca di una razionale coesistenza (all’interno di un mercato concorren-
ziale, tendenzialmente improntato al liberismo economico) della libertà dei contraenti e del-
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l’equità degli scambi contrattuali che permea l’intera evoluzione della disciplina in
materia di usura, sarà massimamente avvertita agli inizi degli anni Novanta,
quando l’andamento negativo del ciclo economico e la profonda e radicalizzata
crisi finanziaria, che colpì i piccoli imprenditori e le imprese familiari tra gli anni
Ottanta e Novanta, rese tali soggetti le principali vittime del crimine usurario,
mutandone la fisionomia.
2. Il nuovo volto dell’usura negli anni Novanta e la necessità di riforma
L’evoluzione del fenomeno dell’usura sia sotto il profilo della vittimologia
sia sotto il profilo dei soggetti attivi perpetranti la condotta criminale, oltre che
del bene oggetto di tutela, indussero interventi normativi connotati da caratteri
peculiari rispetto allo schema tipico dettato nel Codice Rocco e retto sul para-
digma approfittamento/stato di bisogno.
Le nuove caratteristiche del reato lo resero atto ad investire l’economia
reale, andando a coinvolgere, quale parte debole, non solo privati, ma anche
imprese sia in condizioni patologiche di crisi sia in fasi di vita fisiologiche neces-
sitanti di un maggior fabbisogno di liquidità, pertanto difficilmente inquadrabili
nello “stato di bisogno” strictu sensu inteso .
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In un simile scenario, l’usura venne individuata dalla criminalità organiz-
zata come un impareggiabile strumento per penetrare nell’economia legale
attraverso il riciclaggio di ingenti patrimoni illeciti e infiltrarsi nel tessuto
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imprenditoriale del Paese .
1 Giuseppe Centamore, Interessi di mora e usura: questioni irrisolte e ricerca di equilibri, in
Giurisprudenza Penale Web, https://www.giurisprudenzapenale.com/wp-content/uploads
/2019/10/Centamore_gp_2019_10.pdf, p. 4.
2 La giurisprudenza dettata dalla Suprema Corte riteneva incompatibile lo “stato bisogno” con
lo scopo di lucro (anche solo in via concorrente) di debiti contratti per investimenti in affari
commerciali, o con la preferenza al ricorso al credito privato anziché a quello bancario in una
situazione di momentanea difficoltà finanziaria.
3 L’impossibilità per gli imprenditori di sostenere i tassi usurari praticati, li costringe a cedere
l’azienda all’organizzazione criminale, la quale la utilizza per infiltrarsi nell’economia legale e radi-
carsi nel tessuto imprenditoriale attraverso la partecipazione a gare per fondi europei, appalti, ecc.
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