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DOTTRINA




                  È testimoniato anche esso dalle numerose decorazioni e medaglie sia al
             valor civile, sia al merito nei più diversi ambiti della convivenza: dalla sanità alla
             scuola, alla cultura e all’arte fino all’ambiente e alla protezione civile.
                  In  tutta  la  lunga  e  drammatica  catena  di  calamità  nazionali  che  hanno
             segnato il percorso unitario del paese - dal terremoto di Messina del 1908 a
             quelli successivi e recenti; all’inondazione del Polesine del 1951; alle numerose
             alluvioni e ai disastri ambientali - l’Arma è stata sempre in prima linea. Ha sapu-
             to rendere concreto ed effettivo il significato della solidarietà, della dignità, del-
             l’eguaglianza e della tutela dei più deboli; senza contare gli innumerevoli inter-
             venti di singoli carabinieri a favore di persone in difficoltà rispetto ai pochi - ma
             inaccettabili - episodi di violenza e di trasgressione sui soggetti in custodia.
                  È una presenza ed una testimonianza di efficienza - grazie anche alla dif-
             fusione, al radicamento e alla presenza dell’Arma sul territorio - che in qualche
             modo ha saputo controbilanciare l’assenza, l’inefficienza, l’incuria dello Stato e
             delle  istituzioni,  troppo  spesso  considerate  purtroppo  responsabili  per  aver
             contribuito a causare o aggravare disastri e calamità naturali. Penso al dissesto
             idrogeologico, soprattutto nel meridione; alle carenze nella prevenzione; ai ritar-
             di e alla disorganizzazione negli interventi di soccorso e di ricostruzione; alla
             speculazione e al malaffare nella gestione di quegli interventi; all’inaccettabile
             connubio tra criminalità organizzata ed economica.
                  L’impegno civile si manifesta altresì nella difesa della legalità e nella lotta
             all’eversione e alla criminalità, connotate da efficienza, generosità e spesso da
             eroismo a prezzo della vita e dell’incolumità personale, come ricorda fra tutte
             la figura emblematica di Carlo Alberto Dalla Chiesa. A tale impegno e a quello
             di fedeltà si lega da due secoli il Dna dell’Arma: da quando, il 13 luglio 1814,
             con le Regie Patenti di Vittorio Emanuele I, venne istituita come «corpo militare
             per il mantenimento del buon ordine» con la partecipazione di militari «per buona con-
             dotta e saviezza distinti».
                  Un altro profilo del contributo dell’Arma all’unità e all’identità nazionale
             merita di essere ricordato, per il suo carattere di particolare attualità, alla luce
             del  principio  di  “ripudio  della  guerra”  proclamato  dall’articolo  11  della
             Costituzione insieme al principio di collaborazione con gli altri Stati, per la pace
             e la giustizia in condizioni di reciprocità e limitazione della propria sovranità,
             attraverso le organizzazioni internazionali. È un principio duplice ed essenziale
             per il patriottismo costituzionale e per guardare con speranza e con fiducia al
             futuro del nostro paese. È un contributo di partecipazione ad interventi uma-
             nitari e di supporto alla pace all’estero. Per la tradizione dell’Arma non è certo
             una novità: risale alla guerra di Crimea del 1855.

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