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DIFESA, LEGALITÀ, SOLIDARIETÀ
IL CONTRIBUTO DEI CARABINIERI ALL’UNITÀ D’ITALIA
Il percorso unitario dell’Italia è vicino ai 175 anni: è giusto continuare a
celebrarlo guardando all’evoluzione del patriottismo, da risorgimentale a costi-
tuzionale ed europeo. Un patriottismo che ai valori su cui si unificò l’Italia
aggiunge - non sostituisce - i valori proposti dalla Costituzione per la nostra
convivenza e per l’apertura all’Europa e alle relazioni non solo tra paesi ma
anche tra i popoli. E perciò senza un rifiuto per le migrazioni e per l’accoglienza
di ogni singola persona con la sua dignità e i suoi diritti fondamentali, tutelati
dalla stessa Costituzione come ha chiarito la Corte costituzionale.
2. Militarità e solidarietà nel percorso storico e costituzionale dell’Arma
dei Carabinieri
Accanto e oltre allo specifico contributo dell’Arma dei Carabinieri alla
“grande guerra”, alla seconda guerra perduta, alla Resistenza e alla liberazione,
va ricordato l’ampio e continuativo contributo di essa al percorso unitario del
nostro Paese. Un contributo che insieme alla militarità testimonia la solidarietà,
l’impegno per la legalità e per la pace, la collocazione nazionale e internazionale
dell’Arma nei più disparati campi: in pace e in guerra; nella difesa esterna del
paese e della pace, come nella salvaguardia della convivenza interna e nell’attua-
zione concreta della solidarietà.
L’Arma ha scritto una pagina significativa nell’elenco degli eroi e dei pro-
tagonisti della sua militarità nella difesa del Paese nel primo e nel secondo
Risorgimento. Da Pastrengo a Magenta, al Podgora, a Culqualber - per ricorda-
re soltanto alcune fra le tappe più significative nel percorso della sua fedeltà -
sino all’impegno nella Resistenza della divisione Garibaldi in Jugoslavia; a quel-
lo del Fronte clandestino di Resistenza dei Carabinieri; ai dodici carabinieri fuci-
lati alle Fosse Ardeatine; a quelli uccisi dai nazisti a Fiesole; alla presenza
dell’Arma nel Corpo italiano di liberazione e nei Gruppi di combattimento che
affiancarono gli alleati dopo l’armistizio.
È sufficiente ricordare, a testimonianza del motto «nei secoli fedele», l’ingente
numero di decorazioni individuali al valor militare: dalla medaglia d’oro al cara-
biniere Giovanni Battista Scapaccino (3 febbraio 1834, la prima), a quelle al
vicebrigadiere Salvo D’Acquisto (23 settembre 1943) e agli altri caduti eroica-
mente sul fronte clandestino e sui fronti di guerra; fino ai tanti Carabinieri vit-
time del dovere nella lotta al terrorismo e alla criminalità; ai caduti di Nassirya
e agli altri militari italiani nelle operazioni di peace keeping.
Nel Dna dell’Arma accanto al valore militare c’è - non meno significativo
- il valore civile, espresso già dall’appellativo che l’accompagna da oltre 150
anni: “Benemerita”.
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