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INSERTO
La teoria della rana bollita di Chomsky è infatti nota anche come strategia
della gradualità e fa comprendere che, quando un cambiamento avviene in
maniera graduale, sfugge alla coscienza e non suscita quindi alcuna reazione o
opposizione.
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Si deve sempre alla Walker , inoltre, il concetto di sindrome della donna mal-
trattata (Battered Woman Syndrome, BWS), che vedrebbe vittime molte donne
che subiscono abusi che si svilupperebbe nel “ciclo della violenza” e che trova
le basi più precisamente nell’ultima fase di “falsa riappacificazione”, ove la vit-
tima crede al maltrattante e mantiene le speranze illusorie sul fatto che il partner
possa cambiare e la violenza possa cessare. La continua speranza nel cambia-
mento, la dipendenza economica dal partner, la convinzione di poter gestire un
equilibrio familiare tra un un’esplosione di violenza e la successiva, la paura di
rimanere sola, la perdita di autostima, uno stato di depressione sono tutti ele-
menti che fanno sì che la vittima permanga nella relazione violenta .
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Un’altra sindrome che è stata studiata è denominata Domestic Stockholm
Syndrome (DSS) ovvero la sindrome di Stoccolma domestica (che si rifà alla nota
Sindrome di Stoccolma nella quale una persona, vittima di un sequestro può
manifestare sentimenti positivi nei confronti del proprio abusatore). Nelle
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donne maltrattate, tale sindrome si realizza come meccanismo di coping per
fronteggiare le violenze. Le vittime, continuamente concentrate su come
sopravvivere in una situazione cronica di stress cercano di controllare il loro
ambiente per evitare il peggio. La vittima è così indotta a concentrarsi sulla
bontà del carnefice piuttosto che sulla brutalità, arrivando a convincersi di
dover stare con lui per proteggere i figli e i parenti dalla violenza, fino ad arri-
vare a pensare che la propria sopravvivenza sia completamente nelle mani del
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suo abusante e che l’unico modo per sopravvivere sia di essergli fedele .
3. Le vittime in condizioni di particolare vulnerabilità
Nell’ultimo ventennio, si è assistito ad una modifica della normativa inter-
na, sia sostanziale che del codice di rito, che ha cercato di colmare importanti
lacune in relazione alla tutela della vittima di reato ad una valorizzato la parti-
colare condizione della vittima di reato.
58 Walker L.E. (2007), The Battered Woman Syndrome, 3rd ed., Springer:New York.
59 Danna D., (2007), Genocidio. La violenza contro le donne nell’era globale, Elèuthera.
60 Il termine coping deriva dal verbo inglese to cope = fronteggiare. Quando si parla di abilità di
coping quindi ci si riferisce alle strategie mentali e comportamentali che una persona mette
in atto per gestire/fronteggiare situazioni problematiche.
61 Reale E., (2011), Maltrattamento e violenza sulle donne, vol. II - Criteri, metodi e strumenti per
l’intervento clinico, Franco Angeli, Milano.
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