Page 58 - Rassegna 2024-1-Inserto
P. 58

INSERTO




             radicato e attuale. Effetto questo, di una inconscia abitudine mentale, che ci
             spinge a non tener conto della disparità tra i sessi e a perpetuare gli stereotipi
             riguardanti i ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nella società.
                  Il 27 maggio 2021 la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo  ha stig-
                                                                                4
             matizzato tale impostazione condannando lo Stato italiano a risarcire la presun-
             ta vittima di stupro per violazione dell’art. 8 della Convenzione Europea dei
             Diritti Umani (CEDU), che sancisce il principio secondo il quale “ogni persona
             ha diritto al rispetto della propria vita privata”, specificando che nella sentenza sono
             contenuti “dei passaggi che non hanno rispettato la sua vita privata e intima”, con un
             “linguaggio e argomenti tali da esporre le donne a una vittimizzazione secondaria, utilizzan-
             do osservazioni colpevolizzanti e moralizzatrici volte a scoraggiare la fiducia delle vittime
             nella giustizia”. La sentenza della Corte fiorentina aveva poi riprodotto stereotipi
             sessisti e veicolato “pregiudizi sul ruolo della donna che esistono nella società italiana e
             che sono suscettibili di costituire ostacolo a una protezione effettiva dei diritti delle vittime di
             violenza di genere a fronte di un quadro legislativo soddisfacente”.
                  La ratio alla base di tale pronuncia si riscontra nel fatto che le autorità sta-
             tali italiane avrebbero riprodotto stereotipi sessisti, ponendo in essere la c.d.
             post-crime victimization, situazione che si verifica quando le persone vittime di reati
             subiscono una seconda aggressione e/o colpevolizzazione da parte delle istitu-
             zioni. Questa sentenza ha un valore etico e giuridico enorme, se si considera poi
             che il nostro Paese è stato sottoposto anche a richiami formali da organismi
             sovranazionali di controllo come il GREVIO e il Comitato CEDAW  proprio
                                                                                5
             con riferimento al corretto uso del linguaggio da parte della magistratura, che
             soprattutto nei casi di violenza sulle donne è condizionata da introiettati pregiu-
                                                                            6
             dizi giudiziari, frutto di un contesto sociale basato sul patriarcato .
                  Simili pregiudizi, stereotipi nel linguaggio, scarso empowerment delle donne,
             sono tutti segnali di allarme che coinvolgono i diversi operatori del settore,
             avvocati, forze dell’ordine, magistrati nei procedimenti giudiziari, sia nel settore
             penale che in quello civile e che, inconsapevolmente possono incidere negativa-
             mente sullo svolgimento delle indagini, sull’acquisizione di tutti gli elementi utili
             a ricostruire il fatto, sulla valutazione delle condotte dell’indagato/imputato e
             della persona offesa e infine sulla decisione.
             4    La  Corte  Europea  dei  Diritti  Umani,  con  la  sentenza  del  27  maggio  2021  -  ricorso  n.
                  5671/16, causa J.L. contro Italia.
             5    La Convention on the Elimination of  all forms of  Discrimination Against Women (CEDAW), ratificata
                  dall’Italia  con  la  legge  del  14  marzo  1985,  n.  132,  entrata  in  vigore  il  10  luglio  1985.  Il
                  Comitato CEDAW il 21 luglio 2017 ha presentato Osservazioni conclusive relative al VII
                  Rapporto periodico dell’Italia.
             6    Stereotipi  e  pregiudizi  di  genere  nel  sistema  giudiziari,  su  Raccomandazione  del  Comitato  CEDAW,
                  numero 33, sull’accesso delle donne alla giustizia.

             56
   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63