Page 51 - Rassegna 2024-1-Inserto
P. 51

LE ATTIVITÀ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA




               2.  Accoglienza e Ascolto delle Vittime di Violenza
                    La donna che arriva in Caserma è una persona disperata, distrutta da una
               condizione portata al limite, smontata di ogni convinzione o certezza; affranta,
               umiliata e disillusa. Con i mezzi che le restano tenterà di raccontare la storia, ma
               cercando di conservare dignità e incerta della scelta tentata, si limiterà a chiede-
               re consigli piuttosto che invocare “aiuto”.
                    Non è questa la condizione in cui si riuscirà a mettere in evidenza i fatti
               penalmente  rilevanti,  le  circostanze  degne  di  approfondimento  investigativo
               ma,  sarà  questa  invece  l’opportunità  di  entrare  in  contatto  con  la  vittima,
               cogliendone lo stato d’animo, registrando quella istanza di aiuto ed assicurarla
               che la propria aspettativa di ripristinare una condizione di “vita normale” per
               sé stessa i figli o le persone care, non ha nulla di sbagliato.
                    Nessun operatore di P.G. può pretendere di comprendere a prescindere,
               la gravità e l’ampiezza di un vissuto violento, se prima non ha conosciuto la vit-
               tima che ne è portatrice. Nell’ascolto della donna vittima di violenza, sono da
               bandire metodi preconfezionati (formulari e/o domande stereotipate) che pre-
               scindendo dall’esperienza diretta e dal singolo caso esaminato - nella migliore
               delle condizioni sono fuorvianti.
                    È sempre indispensabile porsi in ascolto, lasciare che la vittima racconti ciò che a suo
               avviso è importante raccontare, cogliere le emozioni e riportarle nella verbalizzazione - non
               per descrizione - ma con le parole usate dalla vittima. Mai giudicare ma agevolare con l’at-
               tenta partecipazione il suo flusso di coscienza.
                    Mi  piace  pensare  che  il  Legislatore  nel  distinguere  il  momento  della
               denuncia, dal riascolto della vittima, abbia voluto concedere all’Ufficiale di P.G.
               di ripetere l’incontro tra persone che si conoscono e sono in grado di capirsi.

               3.  Progettualità investigativa - Indagini
                    Definito il quadro informativo, si potrà dare corso agli accertamenti tradi-
               zionali mediante la ricerca dei riscontri documentali, delle testimonianze, dei
               contributi digitali e degli allegati prodotti.
                    Attraverso la valutazione della provvista indiziaria e sulla scorta della per-
               sonalità del soggetto desumibile dai dati oggettivi di riscontro, si vaglierà l’esi-
               stenza delle condizioni necessarie da sottoporre al P.M., per considerare la pro-
               posta di applicazione della Misura Cautelare.
                    Il progetto investigativo così organizzato, consentirà l’ottimizzazione dei
               tempi a favore della celerità delle indagini - sempre che la regia delle attività
               svolte faccia capo all’Ufficiale di P.G. che per primo ha avuto contatto con la
               vittima e che da quel momento ne ha seguito gli sviluppi.


                                                                                         49
   46   47   48   49   50   51   52   53   54   55   56