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LE ATTIVITÀ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
2. Accoglienza e Ascolto delle Vittime di Violenza
La donna che arriva in Caserma è una persona disperata, distrutta da una
condizione portata al limite, smontata di ogni convinzione o certezza; affranta,
umiliata e disillusa. Con i mezzi che le restano tenterà di raccontare la storia, ma
cercando di conservare dignità e incerta della scelta tentata, si limiterà a chiede-
re consigli piuttosto che invocare “aiuto”.
Non è questa la condizione in cui si riuscirà a mettere in evidenza i fatti
penalmente rilevanti, le circostanze degne di approfondimento investigativo
ma, sarà questa invece l’opportunità di entrare in contatto con la vittima,
cogliendone lo stato d’animo, registrando quella istanza di aiuto ed assicurarla
che la propria aspettativa di ripristinare una condizione di “vita normale” per
sé stessa i figli o le persone care, non ha nulla di sbagliato.
Nessun operatore di P.G. può pretendere di comprendere a prescindere,
la gravità e l’ampiezza di un vissuto violento, se prima non ha conosciuto la vit-
tima che ne è portatrice. Nell’ascolto della donna vittima di violenza, sono da
bandire metodi preconfezionati (formulari e/o domande stereotipate) che pre-
scindendo dall’esperienza diretta e dal singolo caso esaminato - nella migliore
delle condizioni sono fuorvianti.
È sempre indispensabile porsi in ascolto, lasciare che la vittima racconti ciò che a suo
avviso è importante raccontare, cogliere le emozioni e riportarle nella verbalizzazione - non
per descrizione - ma con le parole usate dalla vittima. Mai giudicare ma agevolare con l’at-
tenta partecipazione il suo flusso di coscienza.
Mi piace pensare che il Legislatore nel distinguere il momento della
denuncia, dal riascolto della vittima, abbia voluto concedere all’Ufficiale di P.G.
di ripetere l’incontro tra persone che si conoscono e sono in grado di capirsi.
3. Progettualità investigativa - Indagini
Definito il quadro informativo, si potrà dare corso agli accertamenti tradi-
zionali mediante la ricerca dei riscontri documentali, delle testimonianze, dei
contributi digitali e degli allegati prodotti.
Attraverso la valutazione della provvista indiziaria e sulla scorta della per-
sonalità del soggetto desumibile dai dati oggettivi di riscontro, si vaglierà l’esi-
stenza delle condizioni necessarie da sottoporre al P.M., per considerare la pro-
posta di applicazione della Misura Cautelare.
Il progetto investigativo così organizzato, consentirà l’ottimizzazione dei
tempi a favore della celerità delle indagini - sempre che la regia delle attività
svolte faccia capo all’Ufficiale di P.G. che per primo ha avuto contatto con la
vittima e che da quel momento ne ha seguito gli sviluppi.
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