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VIDEOSORVEGLIANZA E TUTELA DELLA PRIVACY E NELLE SMART CITY
A livello globale, la Cina non è solo lo stato con il maggior numero di tele-
camere installate, ma è anche la “migliore” a livello tecnologico; infatti, la mag-
gior parte delle città cinesi che adottano un sistema di videosorveglianza ha
anche un sistema di riconoscimento facciale. In questo caso si parla di città super
sorvegliate, come Shenzhen. Il sistema di videosorveglianza intelligente di
Shenzhen è stato implementato a partire dal 2006, e da allora ha subito diversi
perfezionamenti, tra cui l’installazione di un particolare chip che fornisce
potenza di calcolo per il riconoscimento delle caratteristiche facciali in loco, e
di inviarle in un server cloud in grado di elaborare oltre 100 milioni di dati bio-
metrici in meno di un secondo. L’obiettivo di questo sofisticato sistema è di
riconoscere in modo automatico con sistemi decisionali-esecutivi eventuali per-
sone ricercate.
Secondo i dati della Polizia di Shenzhen dall’introduzione della super sorve-
glianza, i reati sono diminuiti del 25%, con oltre il 60% di casi risolti grazie alla
videosorveglianza [17][9].
5 Conclusioni
In questo articolo partendo dalle Smart City, ovvero le città evolute, o che
intendono evolversi e diventare Smart si è trattato in maniera approfondita di
un fattore tecnologico delle città: la videosorveglianza.
Nell’approfondimento sono state evidenziate anche le dovute attenzioni
alla tutela dei dati personali, che potrebbero avere un risvolto molto più incisivo
soprattutto in ambito sicurezza urbana.
Ciò è particolarmente evidente quando si utilizzano sistemi di videosorve-
glianza che, seppur implementati con le migliori intenzioni di tutela della sicu-
rezza o per scopi investigativi da parte delle autorità locali, per loro natura sol-
levano grossi problemi e questioni relative alla tutela dei dati personali.
Questo in quanto i sistemi di videosorveglianza, largamente utilizzati in
tutto il mondo, sono in continua evoluzione a livello tecnologico e in alcuni
paesi sono dotati anche di riconoscimento facciale. In particolare, in Italia l’im-
piego di questa tecnologia ha suscitato diverse polemiche, che hanno richiesto
l’intervento del ministro dell’Interno.
Il prefetto Piantedosi, attuale titolare del Viminale, si è espresso recente-
mente [7] tramite la stampa nazionale indicando la videosorveglianza come fon-
damentale strumento in progressiva estensione (concordata con le autorità
locali).
E in particolare con riferimento al riconoscimento facciale ha affermato
che può contribuire in maniera ulteriore alla prevenzione e alle indagini.
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