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DOTTRINA
Per quanto poi riguarda le armi nucleari, il quadro non è certo più soddi-
sfacente: un obbligo generale di disarmo nucleare non esiste, se non per gli
Stati parti del Trattato di New York del 2017 e il Trattato di non-proliferazione
nucleare del 1968 non ha potuto impedire che l’arma nucleare si diffondesse
oltre la cerchia dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza
dell’ONU; né esiste un obbligo generale di condurre esperimenti nucleari al
fine di evitare un’ulteriore proliferazione. In queste condizioni, purtroppo, è
difficile non temere che, prima o poi, qualche Stato dotato di armi nucleari sia
tentato di farne uso, anche al di là dei limiti accertati dalla Corte internazionale
di giustizia, magari facendo leva sulla discutibile distinzione tra armi strategi-
che e armi tattiche.
Vorrei allora concludere citando un illustre internazionalista italiano
recentemente scomparso, Gaetano Arangio-Ruiz che, in un non dimenticato
corso sugli aspetti giuridici degli usi civili dell’energia nucleare tenuto
all’Accademia del Diritto internazionale dell’Aja nel 1962, affermava che, in
assenza di un completo e generale disarmo nucleare, il concetto di nuclear security
(come inteso all’epoca) assume necessariamente un carattere relativo, nel senso
che, a seconda dello Stato dal cui punto di vista il problema viene in considera-
zione, la “sicurezza” assume significati diversi o, addirittura, opposti e che ciò
che uno Stato, o un gruppo di Stati, considera, a torto o a ragione, come essen-
ziale alla propria sicurezza può essere considerato, sempre a torto o a ragione,
come un elemento di insicurezza per un altro Stato, o gruppo di Stati .
(37)
Sarebbe perciò auspicabile che, una volta cessata questa guerra, gli Stati
nucleari accettassero finalmente l’idea di un completo e generale disarmo
nucleare, magari aderendo al Trattato di New York del 2017, confermando e
ampliando le competenze dell’AIEA a verificarne la concreta ed effettiva
attuazione.
Temo, però, che questo auspicio si riveli poco realistico e che l’atteggia-
mento assunto dalla Federazione Russa nel conflitto ucraino possa invece por-
tare ad un’ulteriore crisi del regime di non proliferazione nucleare, conferman-
do l’idea di alcuni governi che solo il possesso delle armi nucleari possa dissua-
dere l’aggressione altrui.
(37) Cfr., G. Arangio-Ruiz, op. cit., pp. 560-561.
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