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VERDE URBANO
LE BEST PRACTICES DELLA SCUOLA UFFICIALI CARABINIERI
Essi devono essere protetti dalla competizione di altre piante che potreb-
bero soffocarli e dalle ferite meccaniche causate dai tagliaerba o dagli animali
che potrebbero cibarsene.
Gli alberi che, invece, vengono piantati già in grandi dimensioni soddisfa-
no all’inizio le richieste visive di chi ha bisogno del cosiddetto “pronto effetto”
ma non sono in grado di radicare immediatamente nel terreno poiché il periodo
in cui sono stati allevati in contenitori ha inevitabilmente trattenuto e deforma-
to le radici. Una volta collocati in piena terra a questi alberi dovrà essere con-
cesso il tempo di poter riattivare le radici e riuscire a espandersi in un nuovo
terreno (la nuova famiglia) al quale non sono state abituate ma, soprattutto,
dovrà essere concessa l’acqua per farle crescere. Anche in questo caso alle pian-
te vanno assicurati almeno due anni durante i quali garantire acqua a sufficienza
per poter riattivare un apparato radicale compresso/deformato e per farlo tor-
nare a espandersi in condizioni più naturali.
Senza questo investimento in termini di gestione, rispetto, cura e protezio-
ne ovvero le medesime condizioni che riserveremmo ai nostri figli adottivi, le
migliori intenzioni non basteranno a garantire che le piante siano in grado di
affrancarsi come giovani adulti offrendoci, finalmente, gli efficienti servizi di
assorbimento di anidride carbonica che servono alla società.
Soprattutto, va tenuto presente che le piante che abbiano subito una prima
fase di vita senza le cure indicate vanno ritenute compromesse per sempre: esse
prima o poi ci presenteranno un conto da pagare. Esemplari messi a dimora in
epoca sbagliata, assetati, inutilmente potati e con evidenti cicatrici sul tronco e
alla base (sul colletto), ferite dalle quali siano entrati patogeni non potremo mai
considerarle “sicure” ovvero solidamente ancorate al suolo: infatti, se fossero
collocate in aree percorse da cittadini e fruitori questi difetti strutturali non
potrebbero garantire stabilità e rischio basso di caduta, fattori che potrebbero
imputare per legge responsabilità poste in capo chi debba vigilare.
Nell’ottica dell’espansione delle aree verdi nelle superfici urbane attraverso
la cura e gli impianti per piccoli nuclei l’Arma dei Carabinieri, seguendo questi
principi, ha condotto un’esperienza in area urbana da diffondere come una best
practice, possibilmente da replicare ove si possano verificare analoghe condizioni.
3. Un’esperienza di valorizzazione del verde urbano: la Scuola Ufficiali Carabinieri
Presso la Caserma M.O.V.M. “Magg. Ugo de Carolis”, sede della Scuola
Ufficiali Carabinieri caratterizzata da una superficie complessiva oltre sei ettari,
le aree a suolo permeabile sono poco più di due ettari sulle quali, fin dalla sua
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