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VERDE URBANO
LE BEST PRACTICES DELLA SCUOLA UFFICIALI CARABINIERI
ombreggiano, rifugi per animali molesti), dagli automobilisti perché “causano
incidenti” e limitano le possibilità di parcheggio.
Insomma… va bene riforestare, ma esattamente… dove farlo?
Progettare nuove aree verdi ottenendo “polmoni verdi” significa inevita-
bilmente sottrarre spazi a un tessuto cittadino e al suo immediato intorno: in
tale contesto le infrastrutture edilizie e gli elementi architettonici indispensabili
per l’uso antropico (viabilità, asfalto, canalizzazioni) diventano elementi di un
mosaico urbano ove le aree verdi costituiscono fattori di “costo” elevato: spazi
strappati a impieghi e a usi antropici di apparente maggiore valore e comodità.
Un sistema di aree verdi urbane, magari interconnesse tra loro come
dovrebbe essere strutturato per poter garantire livelli accettabili di biodiversità,
è necessariamente frutto di una contrapposizione funzionale e ecologica con
strutture utili all’uomo come l’edilizia, i parcheggi asfaltati che consumano
suolo permeabile, gli energivori centri commerciali. La cosiddetta “sostenibilità
del verde urbano”, invocata da tutti come gesto salvifico del genere umano, in
realtà può venire percepita come un costo sempre eccessivo rispetto a quanto
l’individuo ritenga giusto spendere per avere una soddisfacente qualità di vita
urbana.
Diversa prospettiva assumono le iniziative di aziende leader mondiali che,
invece, si impegnano a investire negli alberi conservando, ripristinando e colti-
vando quantità significative di alberi. Ma ciò solitamente avviene in aree lontane
… dove qualcun altro afferma di avere provveduto a piantare anche per noi.
Così la nostra coscienza si acquieta.
Equilibrare l’espansione urbana globale con nuovi impianti e nuovi pol-
moni verdi sembra una soluzione tanto accessibile e semplice quanto, invece, in
parte sia complicata a realizzarsi proprio nelle realtà locali, ove le politiche del
consenso incidono con maggior forza: ma, per fortuna, ormai chiunque ha
compreso che il verde frappone uno scudo nei confronti dell’inquinamento
atmosferico e si sta anche consolidando un crescente interesse nello studio del
rapporto tra il contatto con l’ambiente naturale e le condizioni di salute a lungo
termine, attraverso l’associazione benessere = aree verdi . Il miglior modo per
(2)
affrontare l’espansione del verde urbano è sicuramente procedere per piccoli
nuclei di impianto, con possibilità di interconnessione attraverso corridoi natu-
rali, sfruttando superfici di suolo permeabile ancora disponibili nell’intorno di
edifici, dimore storiche e anche (perché no?) caserme.
(2) Nuovi studi confermano il ruolo del verde nella riduzione dell’incidenza di malattie neuro-
degenerative, https://www.huffingtonpost.it/dossier/terra/2022/05/31/news/alzhei-
mer_parkinson_sclerosi_cosi_le_aree_verdi_ci_proteggono-9497894.
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