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SICUREZZA GLOBALE NEGLI ENTI LOCALI




                    In un modello ideale, molti dei Dirigenti Comunali, su tutti il Comandante
               della Polizia Locale dovrebbero concorrere ad alimentare il patrimonio cono-
               scitivo del Decisore, orientandone le scelte di Sicurezza Locale Globale, ma la
               devoluzione ad uno di costoro di un ruolo di coordinamento potrebbe minare
               la coesione della compagine dell’Ente.
                    Per quanto precede, si è dell’opinione che il soggetto, o meglio la struttura
               di staff preposta ad occuparsi di queste tematiche, come occorso nelle menzio-
               nate esperienze pugliesi, debba essere un organo di diretta collaborazione e per-
               sonale fiducia del Decisore, in cui operano soggetti di professionalità comple-
               mentari, autorevoli per l’expertise di cui ciascuno di essi dispone, che li mette in
               condizione di dialogare su un piano di parità tecnica e fiducia reciproca con gli
               attori della Sicurezza Locale Globale interni ed esterni all’Ente, con cui ciascu-
               no di loro interagisce (come detto Magistratura, Fondazioni antiracket e antiusura, Forze
               di Polizia, Corpo dei Vigili del Fuoco, Prefetture e stampa, oltre che terzo settore e organiz-
               zazioni di categoria produttive e sindacali). Esponenti di una struttura che, in quanto
               promanazione diretta dell’Amministratore secondo schemi di spoils system e non
               perché legittimati da un ruolo dirigenziale e dalla reggenza di un Settore, Ufficio
               o Servizio, possano chiedere supporto per l’analisi a tutta la struttura, senza
               destare  fastidi  o  percezioni  di  invasione  di  campo  non  gradite  fra  soggetti
               equiordinati.
                    Tale modello, se ben attuato, è funzionale all’aggiornamento e orienta-
               mento di un Decisore politico virtuoso e proteso verso la Legalità nel suo senso
               più autentico, atteso che una struttura come quella di cui si parla, alimentata con
               soggetti di profilo culturale e morale adeguati al livello della sua mission, finisce
               implicitamente con il divenire anzitutto un penetrante strumento di audit globa-
               le anche interno dell’Ente in cui è incardinata, declinando potenzialità di con-
               trollo, che però potrebbero non del tutto essere gradite a taluni esponenti poli-
               tici, per le potenzialità di emersione degli illeciti interni all’Ente di cui potrebbe
               divenire capace.
                    Non  a  caso  Platone,  nella  Repubblica,  evidenzia  sarcasticamente  che
               sarebbe ridicolo che il custode abbia bisogno d’un custode. Frase richiamata
               nelle Satire di Giovenale dal ben più celebre ed epigrammatico sed quis custodiet
               ipsos custodes?
                    L’auspicio di questo lavoro è conclusivamente quello che in questo Paese
               che continua a denunciare preoccupanti derive di legalità in seno alla Pubblica
               Amministrazione,  sempre  più  Amministratori  Locali  decidano  di  dotarsi  di
               “custodi”.



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