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DOMENICO DI PETRILLO
In diverse circostanze,
dopo aver acquisito una buona
capacità di interpretazione,
avevamo attuato servizi di
osservazione nei confronti di
obiettivi che ritenevamo espo-
sti, anche con l’intento di
cogliere il nemico di sorpresa,
ma l’azione terroristica si era
indirizzata altrove. Il secondo
elemento su cui concentrarsi
era l’individuazione dei cosid-
detti “soggetti interessati”.
Nell’ambito criminale comune
l’interesse è di norma diretto, e
riferibile a singoli o gruppi
contrapposti per ragioni eco-
nomiche o di egemonia, come
dicevo. In ambito politico-ter-
roristico, lo scenario delle pos-
sibilità si allarga a dismisura, e
soltanto il “volantino” di
Copertina della seconda edizione del volume del colonnello rivendicazione dell’azione, una
Domenico Di Petrillo, Il lungo assedio, Zolfo Editore, 2022 volta accertata l’autenticità,
permette di restringere l’area delle indagini a una determinata organizzazione; e
questo sebbene, in un certo periodo, le rivendicazioni provenissero da una mol-
teplicità di sigle, utilizzate in maniera strumentale proprio per confondere e ren-
dere più difficile attribuire una matrice certa alle azioni. Un terzo elemento utile
per attribuire la responsabilità di una certa azione a un particolare gruppo ever-
sivo era costituito dalla dinamica di esecuzione: l’eventuale presenza di donne,
per esempio. In quella fase iniziale buona parte delle energie, quindi, era rivolta
allo studio della documentazione teorica.
Il “metodo dei rami verdi”, com’era denominato all’interno della nostra strut-
tura, era stato ispirato dal generale dalla Chiesa. Obiettivo primario di tale
metodo era, come anticipato, pervenire a una completa disarticolazione dell’or-
ganizzazione eversiva: un risultato quanto mai difficile da raggiungere, per così
dire, in un colpo solo, soprattutto per organizzazioni attive su gran parte del ter-
ritorio nazionale, mentre lo Stato adottava ancora logiche regionali.
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