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Il metodo operativo
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                                            Domenico Di Petrillo


               SOMMARIO: 1. Generalità. - 2. I servizi di OCP (osservazione, controllo e pedinamento).
                          - 3. L’archivio e la sistemazione dei dati. - 4. La cooperazione con altri reparti
                          in campo nazionale. - 5. Il metodo dei “rami verdi”. - 6. La selezione del per-
                          sonale. - 7. Le dotazioni tecniche.


               1.  Generalità
                    L’elemento inedito, che mi conquistò immediatamente quando giunsi alla
               Sezione Speciale Anticrimine di Roma, fu l’approccio investigativo seguito dal
               Nucleo Speciale di Polizia Giudiziaria di Torino sotto la spinta innovatrice del
               generale dalla Chiesa, profondamente diverso da quello normalmente utilizzato
               dai reparti investigativi dell’Arma, anche da quelli deputati alla lotta ai grandi
               crimini.
                    Normalmente, in un’indagine criminale, il primo aspetto da considerare in
               via pregiudiziale era costituito dall’individuazione del “movente” su cui basare
               poi le ricerche. Per un’indagine criminale comune, alla base della motivazione
               dell’evento si trova un legame prevalentemente economico o egemonico tra
               due soggetti o situazioni, e proprio su di esso si concentra l’attenzione per rico-
               struire i fatti e attribuire le diverse responsabilità. In un’indagine antiterrorismo,
               invece, il collegamento tra “vittima” e “carnefice” è profondamente diverso: la
               vittima diviene obiettivo in ragione del suo ruolo pubblico ritenuto focale o
               simbolico per la lotta di classe; e di norma subisce l’azione delittuosa al fine di
               esaltare una particolare contraddizione presente in un determinato settore.
                    Questo spiega perché, anche all’epoca dei fatti, l’individuazione dell’obiet-
               tivo esposto a rischio andasse ricercata attraverso lo studio sistematico della
               produzione documentale ideologica eversiva in cui si trovavano esplicitati i con-
               cetti  che  stavano  alla  base  delle  azioni  di  lotta  e  che  le  preannunciavano.
               Purtroppo, malgrado il nostro massimo impegno, era assai difficile individuare,
               a fini preventivi, i possibili obiettivi a rischio. Non solo per la molteplicità delle
               ipotesi plausibili ma anche - e spesso - per le imprecisioni presenti nelle “inchieste”
               dei nostri avversari.


               (1)   Si ringrazia l’autore, Colonnello in c.a. dottor Domenico DI PETRILLO, e la casa editrice
                    Zolfo Editore per aver concesso la pubblicazione di alcuni paragrafi del capitolo 2, Il metodo
                    diventa “dottrina operativa”, tratti dal volume Il lungo assedio, Milano, 2022.

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