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NORMATIVA ANTITERRORISMO, PRECURSORI DI ESPLOSIVI E FITOFARMACI
Volendo restringere l’orizzonte della nostra analisi agli attentati terroristici
compiuti negli ultimi venti anni sul suolo nazionale attraverso ordigni artigiana-
li, ci soffermiamo:
➣ sul tentativo, nel 2009, dell’ingegnere libico Mohammed Game di farsi
esplodere sul passo carraio della Caserma Santa Barbara di Milano: le conse-
guenti indagini consentirono di rinvenire, nel covo del terrorista, sacchi di fer-
tilizzante per un totale di quaranta chilogrammi di nitrato di ammonio e altro
materiale utilizzato per confezionare esplosivi;
➣ sui numerosi attentati riconducibili, nell’ambito della minaccia anarco-
insurrezionalista, alla Corrente Federativista .
(3)
A tale riguardo è necessario evidenziare gli attentati effettuati contro sedi
giudiziarie e caserme delle Forze Armate e, in tale contesto, ricordiamo che
l’Arma dei Carabinieri, obiettivo dell’area anarco-insurrezionalista, in più occa-
sioni ha subito attentati terroristici mediante l’uso di ordigni e plichi esplosivi .
(4)
In realtà lo spettro delle minacce inerenti alla realizzazione, al commercio
e all’utilizzo di manufatti esplosivi è amplissimo, in quanto riconducibile a
numerosi altri contesti :
(5)
➣ alla Criminalità organizzata;
➣ alla Criminalità predatoria, con particolare riferimento agli assalti ai banco-
mat tramite ordigni artigianali di varia natura tra i quali le cosiddette “marmotte” ;
(6)
➣ ad episodi inquadrabili in contesti di Criminalità comune (ci riferiamo,
ad esempio, all’attentato del 19 maggio 2012, all’esterno della Scuola Morvillo-
Falcone di Brindisi).
L’ampio ricorso a tali tipologie di armi artigianali da parte di variegate e
molteplici organizzazioni criminali o singoli individui è essenzialmente dovuto
destinato a distruggere, sfigurare, infastidire o molestare. Può essere realizzato con materiali militari, ma questa non
è la norma”. Nello stesso documento interforze si specifica che: “Il termine ‘improvvisato’ è ormai entrato
nell’uso comune quale traduzione lessicale dell’aggettivo in lingua inglese improvised. Tuttavia, già a una analisi super-
ficiale del fenomeno, appare chiaro che sarebbe più opportuno definire tali ordigni esplosivi come ‘artigianali’ piuttosto
che ‘improvvisati’, in quanto, pur riconoscendo che i metodi di approvvigionamento dei materiali componenti e di con-
fezionamento degli ordigni presentano sostanzialmente caratteristiche tutt’altro che industriali, il sistema che ne con-
sente l’impiego è particolarmente complesso e elaborato e, soprattutto, ben lungi dall’essere definibile ‘improvvisato’”.
(3) Ci riferiamo alle tristemente note Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario
Internazionale (FAI/FRI).
(4) Ricordiamo l’attentato alla Stazione Carabinieri di Roma-Viale Libia del 4 novembre 2004;
quello contro la Stazione Carabinieri di Bologna-Corticella del 27 novembre 2016 e l’atten-
tato alla Stazione Carabinieri di Roma-San Giovanni del 7 dicembre 2017, quest’ultimo riven-
dicato dalla “Cellula Santiago Maldonado-FAI/FRI”.
(5) Esulano da tale trattazione le minacce rappresentate dagli IED utilizzati all’estero in zona di Operazioni
per le quali si rinvia ad apposita normativa di settore (capacità C-IED di cui alla citata direttiva JIC 004).
(6) A tale riguardo si rinvia alle Direttive del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri:
“Fenomeno dei furti sui bancomat e casse continue” del 6 febbraio 2013 e “Linee guida per il corretto
repertamento in caso di esplosione di sportelli bancari automatici” del 21 maggio 2021.
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