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GLI ASPETTI DISCIPLINARI DELL’ASSUNZIONE DI SOSTANZE STUPEFACENTI O
PSICOTROPE DA PARTE DEL PERSONALE DELLE FORZE DI POLIZIA
In tema di sindacato giurisdizionale e di scelta discrezionale
dell’Amministrazione, una recente pronuncia del Consiglio di Stato (n. 1823 del
2020) ha affermato che “spetta unicamente all’Amministrazione quindi stabilire
se soltanto la dedizione all’uso di sostanze stupefacenti giustifichi la massima
sanzione di stato, ovvero se sia, in proposito, sufficiente anche un mero consu-
mo isolato ed episodico e, comunque, non inserito in un abituale costume di
vita”. Nel prosieguo la citata sentenza sostiene che le considerazioni svolte
dall’Amministrazione possono tenere conto di una molteplicità di elementi tali
da pregiudicare tranquillamente la prosecuzione del rapporto di lavoro di un
soggetto che svolga una funzione pubblica così delicata.
Rientrano in queste valutazioni a carattere generale:
➢ il noto effetto della sostanza stupefacente, che impatta significativamen-
te, almeno nel periodo immediatamente successivo all’assunzione, sull’integrità
psico-fisica dell’assuntore, laddove l’appartenente alla forza di polizia è sempre
tenuto a mantenere, anche fuori dal servizio, non solo un contegno dignitoso
(che certo la sostanza stupefacente offusca, degrada e deturpa), ma anche la
capacità psico-fisica di far fronte ad impreviste esigenze;
➢ il fatto che il consumo di sostanza stupefacente ne implica il procaccia-
mento da un soggetto che, nel cedere la sostanza, commette un delitto che
l’agente ha il dovere di perseguire (si ponga mente, in proposito, all’istituto
dell’arresto in flagranza e, più in generale, al dovere di denuncia gravante sui
pubblici ufficiali);
➢ il fatto che il consumo di sostanza stupefacente, a prescindere dalla quan-
tità, oggettivamente ne facilita, ne agevola e ne incrementa il traffico, alla cui
repressione la forza di polizia (militare o civile) è istituzionalmente preposta;
➢ il fatto che un militare o un agente di polizia che cede all’impulso di con-
sumare sostanza stupefacente disvela un’oggettiva fragilità etico-morale che ne
frantuma l’affidabilità, laddove il corpo di appartenenza deve poter contare sulla
piena, convinta e pronta dedizione del proprio personale allo svolgimento dei
compiti d’istituto che, implicando strutturalmente il contatto con ambienti e
soggetti malavitosi, richiedono nel militare una decisa forza caratteriale, al fine
di essere del tutto impermeabile a condizionamenti, profferte e lusinghe varie.
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