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                                                   LIBRI



                  Il periodo invece, successivo, che peraltro perdura sin quasi ai giorni nostri, è
               quello della ricerca e dell’analisi di tutte quelle galassie di movimenti, associazioni e
               gruppuscoli vari che, per le più diverse cause (da quella sindacale a quella ecologista,
               da quella jihadista a quella per la difesa dei diritti civili) si trovavano a poter essere
               dei potenziali pericoli per l’ordine e la sicurezza pubblica. Comprenderne quindi il
               livello di pericolosità (e quindi la necessità di penetrarli informativamente) era già
               di per sé una nuova difficoltà perché non sempre chi propugnava una causa, seppur
               in modo estremistico, poi si rivelava avere intenzioni di tipo criminal-terroristico.
                  A questo si deve aggiungere che tali entità avevano sempre delle esposizioni
               pubbliche piuttosto accentuate (manifestazioni di protesta, pubblicazioni di gior-
               nali, riunioni pubbliche, ecc.) fatto che da una parte ne permetteva una più agile
               lettura superficiale, dall’altra rendeva più complicato trovare e penetrare l’eventuale
               struttura coperta dedita ad azioni “terroristiche” o similari.
                  Ecco perché, peraltro, alle normali strutture d’intelligence si sono affiancate altre
               unità, perlopiù provenienti dal mondo del law enforcement, che sapevano coniugare
               l’elemento di raccolta informativa ad attività prettamente di polizia. Chiaramente,
               ça va san dire, l’operatività di queste unità poneva tutta una serie di problematiche
               etiche e giuridiche che per le strutture di pura intelligence si consideravano in misura
               minore.
                  Un capitolo, infine, è proprio dedicato all’analisi delle diverse unità e tipologie
               di strutture deputate all’intelligence in territorio britannico.
                  In definitiva il libro di Stefano Bonino si presenta come un agile e ben fatto
               volumetto dedicato soprattutto a coloro i quali desiderino avere una prima infari-
               natura sulla tematica, ampliando gli orizzonti delle ricerche sull’intelligence anche al
               mondo anglosassone nella sua versione britannica.


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                                                                         Ferdinando Angeletti





























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