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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE
Nel maggio 2015, l’Italia ha ratificato la Convenzione europea per la pro-
tezione del patrimonio archeologico della Valletta che, oltre a delineare le
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misure di protezione e a dettare per gli Stati membri le regole generali della sua
conservazione integrata, elabora una generale definizione del patrimonio
archeologico.
La convenzione ha segnato un passo importante per la tutela del patrimo-
nio archeologico giacché - finalmente si potrebbe dire - ha inteso diffondere a
livello internazionale una nozione di reperto archeologico incentrata sulla sua
connessione all’ambiente nel quale è stato rinvenuto, ribadendo dunque l’im-
portanza del concetto di contesto.
Il patrimonio archeologico è definito nella Convenzione come l’insieme di
tutti i reperti, i beni e le tracce dell’esistenza dell’uomo nella storia che possie-
dano “congiuntamente” tre fondamentali caratteristiche. Ai fini della conven-
zione, infatti, si deve trattare di reperti, beni e tracce :
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1)la cui salvaguardia e studio permettono di descrivere l’evoluzione della
storia dell’uomo e del suo rapporto con la natura;
2)per i quali le escavazioni o le scoperte e gli altri metodi di ricerca sull’uo-
mo in relazione all’ambiente, costituiscono i principali mezzi di informazione;
3)che si trovano su territori soggetti alla giurisdizione delle Parti contra-
enti.
È facile rilevare come, per ognuna delle tre necessarie caratteristiche, la
Convenzione della Valletta inserisca l’essenziale presenza dell’elemento ambien-
tale - ossia di contesto nel quale è stato rinvenuto - in modo da sottolineare l’im-
portanza del reperto non solo in quanto bene rilevante per l’arte e la tecnologia,
ma per la sua «testimonianza dell’esistenza dell’umanità nel passato», nonché per essere
«fonte della memoria collettiva europea e strumento di studio storico e scientifico».
(1) The European Convention for the Protection of the Archaeological Heritage (revised) replaced and updated
the original London Convention of 1969. It reflected the change in the nature of threats to the archaeological
heritage, which now came less from unauthorized excavations, as in the 1960s, and more from the major con-
struction projects carried out all over Europe from 1980 onwards. There are 46 total number of ratifica-
tions/accessions: Albania; Andorra; Armenia; Austria; Azerbaijan; Belgium; Bosnia; and; Herzegovina;
Bulgaria; Croatia; Cyprus; Czech Republic; Denmark; Estonia; Finland; France; Georgia; Germany;
Greece; Hungary; Ireland; Italy; Latvia; Liechtenstein; Lithuania; Luxembourg; Malta; Monaco;
Netherlands; Norway Poland; Portugal; Republic of Moldova; Romania; Russian Federation; San Marino;
Serbia; Slovak; Republic of Slovenia; Spain; Sweden; Switzerland; The former Yugoslav Republic of
Macedonia; Turkey; Ukraine; United Kingdom; Holy See.
https://www.coe.int/en/web/conventions/full-list/-/conventions/treaty/143.
(2) Per una interpretazione il più possibile aderente al dettato normativo originale, si veda il testo
in lingua originale inglese: «To this end shall be considered to be elements of the archaeological heritage
all remains and objects and any other traces of mankind from past epochs:
I the preservation and study of which help to retrace the history of mankind and its relation with the natural environment;
II for which excavations or discoveries and other methods of research into mankind and the related environ-
ment are the main sources of information;
III which are located in any area within the jurisdiction of the Parties».
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