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DAI “BENI CULTURALI” ALL’“ARTE” CONTEMPORANEA
                                    LE NUOVE FRONTIERE DELLA TUTELA



                     Le  parole  dell’avvocato  Nicholas  O’Donnell  ci  aiutano  a  chiarire  le
                                                                 (47)
               implicazioni  di  questo  assunto:  “Il  perito  o  lo  storico  dell’arte  che  esprime
               un’opinione sull’autenticità o meno di un’opera d’arte finisce nel mirino di tutte
               le persone coinvolte. Qualcuno potrebbe uscirne molto insoddisfatto del risul-
               tato e la sua infelicità potrebbe essere dell’ordine di decine di milioni di dollari.
               Finora il problema fondamentale non è stato risolto, ovvero come proteggere
               l’esperto chiamato a pronunciarsi che non può permettersi di essere citato in
               giudizio da un collezionista per enormi somme di denaro”.
                     Proprio in correlazione con l’esplosione dei prezzi, l’incentivo ad adire alle
               vie legali per le parti interessate diventa infatti sempre più alto, con la minaccia
               di chiedere danni molto ingenti qualora non ottengano la risposta desiderata
               dagli addetti ai lavori interpellati, col risultato di indurre sempre più spesso una
               vera e propria “sudditanza psicologica” su di essi. Ma gli effetti distorsivi del
               mercato possono rivelarsi simmetrici: uno degli abusi più comuni è costituito
               dal rifiuto di certificare un’opera di arte a meno che il proprietario non accetti
               di venderla all’esperto, o di consentirgli la sua gestione diretta.
                     Un vero e proprio ricatto sotto mentite spoglie tramite il quale il peso eco-
               nomico  del  certificato  diventa  preponderante  rispetto  alla  genuinità  artistica
               dell’opera, tanto da creare una sorta di mercato parallelo delle attestazioni, che
               possono costituire oggetto di compravendita oppure un grimaldello per acca-
               parrarsi i diritti di vendita del bene.
                     Tutto ciò a scapito non solo della parte lesa di turno, ma del mercato legale
                                                                                         (48)
               e, in un’accezione più estensiva, della comunità tutta che vede nell’arte un dirit-
               to da proteggere e garantire in quanto valore in sé.

















               (47)  Ibid.
               (48)  L’accettazione di un falso come autentico comporta, ad esempio, la svalutazione indotta su
                     altri pezzi perfettamente autentici, tanto da tramutarsi in una perfetta leva di “drogaggio
                     finanziario” del mercato.

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