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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE



             che che ricorrono nei processi di falsificazione , sia di incrementare a dismi-
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             sura i volumi di prodotti finali pronti per essere immessi sul mercato .
                                                                               (44)
                  Riprendendo le parole dell’ex direttore del Victoria and Albert Museum ,
                                                                                      (45)
             Mark Jones, i falsi costituiscono “prima di tutto, una risposta a domanda, un
             ritratto in continua evoluzione dei desideri umani. Ogni società, ciascuna gene-
             razione, finge la cosa che brama di più”.
                  I prezzi alle stelle che hanno contraddistinto i mercati dell’arte del XX e
             XXI secolo hanno creato le migliori condizioni per un vero e proprio tsunami
             di fake-art.
                  Nicholas Eastaugh, uno dei più grandi scienziati specializzati in perizie
             tecniche nel mondo dell’arte, stima tra il venti e il cinquanta per cento la per-
             centuale delle opere, tra quelle attualmente presenti sul mercato dell’arte, da
             includere nella categoria “falsi, contraffazioni o errate attribuzioni”.
                  E  qui  arriviamo  a  toccare  forse  un  nervo  scoperto  di  tutto  il  sistema.
             “L’attribuzione è un atto di potere”, ha detto Claudia Andrieu , consulente
                                                                           (46)
             legale della Picasso Administration, parlando alla conferenza Keeping the Legacy Alive
             presso l’Institute for Artists’ Estates di Berlino (14 - 15 settembre 2016); nel mercato
             dell’arte di oggi, con lo spropositato flusso finanziario che riesce a movimenta-
             re, quel potere è enorme.


             (43)  Tra quelle più ricorrenti si annoverano:
                  ➣ correzioni stilistiche su tavola di artista “minore”, tali da indurre ad una attribuzione più
                  “prestigiosa” e più quotata;
                  ➣ eliminazione  del  pigmento  da  dipinto  antico  al  fine  di  produrre  il  falso  su  tela
                  “d’epoca”;
                  ➣ impressionare  la  tela  con  immagine  dell’originale  autentico  salvo  poi  dipingere  sulla
                  stampa;
                  ➣ scomporre un dipinto in più parti, tali che possano avere ciascuna un significato estetico
                  autonomo;
                  ➣ produrre sul dipinto “falso” un fitto reticolo di screpolature a simularne l’antichità (cra-
                  quelè, in italiano crettatura).
             (44)  Claudia Andrieu, consulente legale della Picasso Administration, ha affermato che l’organizza-
                  zione riceve oltre mille presentazioni l’anno di opere riconducibili al maestro spagnolo, di cui
                  circa il 5% effettivamente genuine: “L’arte del XX secolo è logisticamente più facile da fal-
                  sificare; è più facile realizzare qualcosa di astratto o minimalista di quanto non sia invece
                  qualcosa di più naturalistico nello stile degli old masters di pittura… I materiali sono il fattore
                  dove i criminali sbagliano più frequentemente. Ottenere vecchi supporti e tipi di pigmenti,
                  questa è la cosa più difficile da fare e di solito è così che sono le persone colte in fallo. I mate-
                  riali sbagliati sono ciò che l’industria definisce time bombs, un termine coniato per la prima
                  volta da Tom Keating”, per inciso uno dei più grandi falsari del secolo scorso.
             (45)  Il Victoria and Albert Museum (abbreviato in V&A) di Londra rappresenta il più grande museo
                  al mondo di arti applicate, decorative e di design, oltre che di scultura, con una collezione per-
                  manente di oltre 2,27 milioni di oggetti.
             (46)  G. ADAM, Dark side of  the boom. Controversie, intrighi, scandali nel mercato dell’arte, Johan & Levi,
                  2019, pag. 83.

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