Page 23 - Rassegna 2020-1
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INTERVENTO DEL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI



                     Lo scorso anno, tre militari hanno perso la vita e 2.033 sono rimasti feriti
               o contusi, vittime di resistenze e aggressioni.
                     Il ventotto per cento in più rispetto al 2018. È un incremento che ci pre-
               occupa,  frutto  anche  di  un  clima  diffuso,  che  vede  l’“autorità”  comunque
               espressa - famiglia, scuola, istituzioni di pubblico servizio - associata a riferi-
               menti negativi, verso i quali prevale una cultura del “rifiuto”, spesso gratuito e
               violento.
                     Abbiamo probabilmente un estremo bisogno di misura. Anche nella for-
               mazione dell’opinione pubblica, talvolta incline ad una narrativa che, per essere
               rapida e di effetto, finisce per opacizzare l’oggettiva correttezza di procedure e
               condotte, alimentando diffidenze che la silenziosa dedizione degli operanti non
               merita.
                     Naturalmente,  siamo  consapevoli  di  comportamenti  gravi  attribuiti  a
               nostri commilitoni: abbiamo però dimostrato nei fatti, anche con intima soffe-
               renza, la nostra ferma determinazione di provvedere al riguardo, ricorrendone
               i presupposti giuridici, oltre che di investire nella formazione.
                     Tuttavia, percepiamo anche come, sul territorio, la quotidianità dell’Arma
               sia ricambiata da un affetto impareggiabile, perché ogni cittadino sa che ovun-
               que ci sia l’insegna “Carabinieri”, lì troverà il volto dello Stato, che «soccorre
               nell’inquietudine»: così si è espresso un maestro elementare novantenne, vittima
               di un danneggiamento, che mi ha scritto per ringraziare i “suoi” Carabinieri per
               il loro intervento.
                     Questa è l’“anima” che l’Arma apporta al sistema della sicurezza interna.
                     Un sistema di lungimirante equilibrio, nel quale l’espressione formale della
               pubblica sicurezza procede “verticalmente”, dalla responsabilità delle Autorità
               provinciali - Prefetti e Questori - a quella nazionale del Ministro dell’Interno, ma
               trova il suo necessario completamento fattuale nella responsabilità “orizzontale”,
               propria, nella maggior parte dei casi, dei Reparti Carabinieri, unici presidi sul ter-
               ritorio. Una responsabilità non meno incombente e qualificante della prima, per-
               ché aderisce alla composita domanda di protezione che promana dai cittadini.
                     Una protezione che oggi si estende a un vasto insieme di garanzie a tutela
               di settori irrinunciabili della nostra vita comune, come è, ad esempio, per l’am-
               biente.
                     La riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell’Arma ha assunto
               così un portato strategico, ponendo a sistema consolidate specialità per confe-
               rire assoluta centralità all’azione di polizia a difesa delle risorse naturali.
                     A distanza di tre anni i risultati operativi si sono moltiplicati e le economie
               attese si sono realizzate.


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