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MISSILI: UN SISTEMA DI DETERRENZA FONDATO
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               venuti meno gran parte dei rischi di conflitto che persistevano sin dagli anni
               immediatamente successivi al termine della Seconda guerra mondiale.
                     La trasformazione politica culminata con la riunificazione tedesca, lo scio-
               glimento del Patto di Varsavia, l’implosione dell’Unione Sovietica, l’adesione
               alla NATO e all’Unione europea di tanti Paesi prima avversari, ha, dagli anni
               Novanta in poi, dominato la scena, relegando gli accordi di disarmo a un ruolo
               apparentemente marginale, quasi come se la storia della contrapposizione poli-
               tica e militare in Europa si fosse davvero definitivamente conclusa. L’evidenza
               dei fatti, ha però dimostrato che così non è stato. La Russia, infatti, sin dal 2007
               ha sospeso unilateralmente il rispetto del Trattato CFE e, nello stesso anno, ha
               minacciato di uscire dal Trattato INF, come risposta al prospettato dispiega-
               mento in Romania e Polonia dei sistemi anti-balistici statunitensi.
                     Se si superassero i vincoli imposti dal Trattato, è molto probabile che sia
               la Russia, sia gli Stati Uniti andrebbero incontro, in un futuro non molto remoto,
               ad una introduzione di sistemi missilistici a raggio intermedio.
                     La Russia ha, difatti, già annunciato l’ingresso in servizio di un missile
               cruise, derivato dal Kalibr navale e probabilmente lanciato dagli stessi sistemi
               Iskander  (SS26  Stone,  secondo  la  nomenclatura  NATO)  assegnati  a  diverse
               Brigate missilistiche dell’esercito.
                     Il nuovo cruise potrebbe avere un raggio d’azione di circa duemila chilo-
               metri e un carico pagante di quattrocentocinquanta chilogrammi, nonché una
               elevata precisione terminale. Mosca ha poi annunciato anche lo sviluppo di un
               sistema semi-balistico, ovvero un vettore balistico che rilascia poi un missile
               ipersonico “planante”, quindi molto veloce, ma anche manovrabile e, perciò, in
               grado di eludere le difese anti-balistiche. Anche questo sistema potrebbe avere
               un raggio d’azione sufficiente a colpire quasi tutta l’Europa occidentale. Se que-
               sti sistemi dovessero essere dotati di testate nucleari, di fatto si determinerebbe
               una condizione di nuovo, pericoloso squilibrio strategico nel continente euro-
               peo, sotto alcuni aspetti simile a quello dei primi anni Settanta, prima della sim-
               metrica risposta della NATO.
                     Non esistono, infatti, in Europa, armamenti nucleari capaci, in prospetti-
               va, di bilanciare le nuove armi russe, né sembrerebbero esistere, al momento, le
               condizioni politiche per un ritorno, anche sul versante occidentale, di arma-
               menti di questa categoria. Di certo, però, il pericolo di un futuro squilibrio stra-
               tegico comincia ad essere avvertito.
                     Washington,  attualmente,  non  sembra  intenzionata  ad  introdurre  una
               nuova categoria di armamenti nucleari a medio raggio basati a terra, confidando
               probabilmente  sull’ampia  superiorità  della  propria  componente  imbarcata  e
               aviolanciata.


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