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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE
La scelta degli USA ha incontrato anche il sostegno della NATO. Il
Segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha infatti approvato con un
twitt la scelta degli Stati Uniti di sospendere il trattato INF dal momento che la
Russia sta violando gravemente l’accordo. Stoltenberg ha comunque insistito
affinché si prosegua nell’impegno a preservare il disarmo e la non proliferazione.
Ad essere sotto accusa sono i missili russi NAVATOR 9M729 con gittata
tra i cinquecento e i cinquemila chilometri ed apparsi per la prima nel 2015. Tali
strumenti sono, infatti, in grado di colpire l’Europa occidentale e, se collocati
in Siberia, sono potenzialmente capaci di raggiungere anche la costa occidentale
degli Stati Uniti.
È fondamentale considerare, però, che il Trattato INF vincola solamente
gli Stati Uniti e la Russia, e non già tutti gli altri Paesi del mondo. Ciò ha indotto
diversi analisti a pensare che il vero scopo di Trump non è tanto interrompere
il dialogo con Mosca, ma usare l’uscita dal trattato per forzare la Cina a firmar-
ne uno analogo. Quando, infatti, nel novembre 2018 il vicepresidente Pence
aveva parlato di nuova “Guerra Fredda”, si riferiva proprio allo strapotere cre-
scente del Dragone che gli Stati Uniti vogliono limitare non solo dal punto di
vista commerciale e tecnologico, ma anche sotto il profilo militare. Pechino ha,
infatti, finora sempre rifiutato di aderire al trattato INF perché costringerebbe
la Cina a rinunciare al novantacinque per cento dei suoi missili che le sono indi-
spensabili invece a cementare il suo dominio sul Pacifico occidentale. In que-
st’area, infatti, la forza della Cina viene salvaguardata proprio dai limiti imposti
agli Stati Uniti dal trattato INF e che per ora impediscono a Washington di
schierare nuove armi a contrasto del grande Dragone.
La Cina ha, infatti, sviluppato e collaudato più volte sistemi missilistici con
caratteristiche, giudicate particolarmente pericolose dagli Stati Uniti perché
potenzialmente in grado di interdire loro un’ampia porzione di oceano e di limi-
tare in tal modo la capacità americana di intervenire a sostegno della Corea o di
Taiwan, in caso di conflitto.
Pechino ha comunque, chiaramente e in più occasioni, confermato di non
voler entrare in un trattato che, di fatto, limiterebbe la sua libertà di manovra
soprattutto nella regione del Pacifico.
3. Europa e Sicurezza
Il trattato INF prima, e il trattato siglato nel 1990 sulle Forze
Convenzionali in Europa (CFE) poi, hanno costituito i “pilastri” su cui si è
costruita l’intera architettura della sicurezza europea.
Lo scenario strategico europeo è stato totalmente trasformato, sono, infatti,
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