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SISTEMA PENALE MILITARE, DIRITTI UMANI E FORZE ARMATE

                  L’affermazione  della  compatibilità  costituzionale  del  reato  militare  di
             ingiuria, anche al di là della riconducibilità dei fatti al servizio e alla disciplina,
             non solo, quindi, definisce i margini formali di legittimazione per il legislatore
             nello stabilire un trattamento differenziato per i soggetti in armi, ma pone in
             evidenza che l’onore e il decoro sono beni che nei rapporti tra militari assumo-
             no un rilievo ulteriore, che li rende meritevoli di tutela penale.
                  A ben vedere, si tratta di un totale ribaltamento di prospettiva: la specialità
             della legislazione penale militare, spesso vista in modo critico come causa di
             separatezza e di compressione di diritti, diventa strumento perché proprio i
             diritti, e quelli fondamentali in particolare, trovino piena realizzazione per un
             verso nella esemplarità di un’organizzazione pienamente rispettosa della dignità
             della persona e, per altro verso, nella compattezza ed efficienza di un apparato
             fedele anche al proprio interno al senso della mission che la Costituzione gli
             affida.
                  Anche i tipici reati contro il servizio e la disciplina - la cui concreta carica
             di offensività pare essere percepita in misura sempre più affievolita - se visti
             nella loro funzione portante di un assetto organizzativo orientato verso la tutela
             di diritti fondamentali, assumono una coerente e comprensibile collocazione
             nel panorama delle condotte penalmente rilevanti.
                  È chiaro, a questo punto, che la legge penale militare e il ruolo di chi è
             chiamato a qualsiasi titolo ad applicarla si proiettano in un orizzonte di senso
             che supera i limiti di una malintesa graduatoria tra reati più o meno gravi, e
             ritrova nella tutela della dignità della persona umana - anche e, direi, soprattutto
             quando veste l’uniforme - la ragione ultima di ogni sua azione.
                  Ed è altrettanto ovvio che una chiara percezione della dignità della perso-
             na, nella sua dimensione di principio fondamentale e irrinunciabile, riverbera i
             propri positivi effetti anche sul concreto svolgimento del servizio di giustizia e
             di giustizia militare in particolare, rivelandosi come la bussola che consente di
             trovare il difficile punto di equilibrio tra i principi del garantismo, il rigore con-
             naturato all’applicazione della legge penale e le esigenze del contesto militare.
                  Il magistrato, soprattutto quello del pubblico ministero, è chiamato a com-
             piere il massimo sforzo perché, nella doverosa ricerca della verità, sappia inter-
             pretare il proprio ruolo al servizio della giustizia, guidato dalla consapevolezza


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