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SISTEMA PENALE MILITARE, DIRITTI UMANI E FORZE ARMATE
Lo stesso Papa Francesco, naturalmente in una prospettiva strettamen-
te legata al messaggio cristiano, ha di recente affermato nel discorso tenuto
l’8 gennaio 2018 ai membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa
Sede, che “parlare di diritti umani significa anzitutto riproporre la centralità
della dignità della persona”.
L’efficacia valoriale della dignità della persona, comunque la si voglia
intendere, sta nella sua vocazione alla concretezza: essa non ha nulla dell’astra-
zione concettuale, e la sua affermazione, che sia legata solo alla appartenenza
del singolo individuo alla specie umana o che si carichi di ulteriori significati
derivanti dal collegamento dell’uomo alla sfera del divino, impone come logica
conseguenza che il suo inveramento si attui nel mutuo riconoscimento della
parità ontologica di tutti gli uomini e, quindi, in uno spirito di solidale fratellan-
za tra persone e tra popoli, condizione essenziale per una pacifica convivenza
e, quindi, per lo svolgimento di un discorso propositivo e non solo difensivo sui
diritti umani, che affondi le proprie radici nel solido terreno di una potenziale
condivisione di respiro planetario.
Fissati in tal modo questi principi, credo si possa affermare che le Forze
armate nel loro insieme costituiscano una delle più importanti agenzie cui è
affidato il compito di assicurare la salvaguardia dei diritti umani, nella accezione
sostanziale qui evocata, e ciò sia nell’ambito delle missioni fuori area, pur nel
contesto degli obiettivi geopolitici di interesse nazionale, che nelle operazioni a
tutela della sicurezza interna .
(3)
E credo anche che sia proprio il rispetto della dignità della persona umana
a costituire la piattaforma etico-morale su cui le nostre istituzioni militari sono
chiamate a poggiare saldamente le proprie strutture portanti.
(3) Un tale compito, nel complessivo dispiegarsi strutturale e operativo dell’apparato militare
italiano, può esplicarsi in varie forme, in quanto può declinarsi, a seconda dei casi, o come
obiettivo da perseguire, in chiave di stabilizzazione, a favore delle popolazioni locali negli
interventi in aree di crisi, o come azione a sfondo prettamente umanitario per il salvataggio
e la protezione di soggetti in difficoltà (si pensi alle operazioni nel Mar Mediterraneo nel
contesto degli epocali fenomeni migratori in atto da anni) o ancora come limite invalicabile
nell’uso della forza delle armi, ovvero come presidio di sicurezza per i cittadini o principio
regolatore dei rapporti interni tra gli stessi appartenenti alle Forze armate … e l’elenco
potrebbe ancora continuare, coinvolgendo, in ultima analisi, tutto l’insieme della realtà
militare.
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