Page 42 - Rassegna 2020-1-Inserto
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L’IMPEGNO ALL’ESTERO DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Al contrario spesso, anche a motivo delle diversità culturali, il personale
assume atteggiamenti opposti, che portano inevitabilmente a considerazioni
negative sulla professionalità del contingente di cui fanno parte. Ciò compor-
ta problematiche di diverso genere:
➢ al verificarsi di eventi talvolta anche molto gravi, chi indaga potrebbe
avere difficoltà a fare piena luce sull’accaduto, a discapito di chi ne ha subito le
conseguenze e della missione stessa;
➢ i TCCs, non conoscendo a pieno le procedure, potrebbero non prende-
re correttamente parte ad attività relative ad alligations mosse nei confronti del
loro personale (ovvero potrebbero farlo non tempestivamente, vanificando
l’utilità dell’intervento);
➢ gli stessi investigators, che svolgono le loro attività in contesti difficili e/o
pericolosi, potrebbero incorrere in situazioni problematiche o rischiose di cui la
catena gerarchica nazionale potrebbe avere limitata comprensione.
Lo scrivente è tuttavia testimone di come venga particolarmente apprez-
zata la professionalità dei militari dell’Arma dei Carabinieri, che in ragione delle
loro capacità di polizia e della loro formazione militare sono in grado di fornire
a tali attività contributi determinanti in termini sia di tecnica d’indagine sia di
raccolta e catalogazione delle evidenze.
Sarebbe in tal senso auspicabile che la Difesa italiana puntasse a sviluppare
la conoscenza delle procedure anzidette ed a promuovere la presenza del per-
sonale dell’Arma dei Carabinieri in tali contesti.
Investigators e JIT per svolgere i loro compiti devono recarsi nei medesimi difficili contesti ambientali nei quali opera
MINUSMA. Nella foto, luogo di un attacco IED avvenuto nel deserto tra Douentza e Gao, regione centrale del Mali).
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