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DOTTOR MARCELLO FOA
categoria, e al contempo si richiederebbe un’elevazione qualitativa della propria
formazione. Invece la stampa continua a ripetere gli errori, a essere prigioniera
del proprio ego e della propria effimera memoria; difetti la cui conseguenza è
rendere agevole il compito degli spin doctor.
Se i giornalisti procedessero a un esame introspettivo, peraltro, prendereb-
bero coscienza di tecniche psicologiche sorprendenti. Ad esempio, capirebbero
come funziona il “frame”, concetto elaborato dal linguista americano George
Lakoff, il quale sostiene che ognuno di noi ragiona, appunto, per frame, ovvero
per cornici di riferimento costituite da una serie di immagini o di giudizi o di
conoscenze di altro tipo (culturali, identitarie). Ogni giorno noi elaboriamo
continuamente, senza esserne consapevoli, dei frame valoriali, che possono
essere effimeri (creiamo un giudizio negativo sull’automobilista che ci taglia la
strada e di cui dopo poche ore non ci ricorderemo più) o profondi se associati,
su temi importanti, a una forte emozione e ai nostri valori più radicati. La
nostra visione della realtà e il nostro modo di pensare ne risultano condizionati,
perché una volta impressa una larga, solida cornice, il nostro cervello tenderà a
giudicare la realtà attraverso questi parametri. Tutte le notizie coerenti con il
frame saranno recepite ed enfatizzate facilmente dalla nostra mente, rinforzan-
do la nostra convinzione. Al contrario, tutte quelle distoniche tenderanno a
essere relativizzate o scartate come assurde e - nei casi estremi - irrazionali, folli
o stupide. Alla nostra mente non piacciono le contraddizioni e questo spiega
perché per un militante di destra gli scandali che colpiscono politici di sinistra
sono percepiti come gravissimi e veritieri, mentre quelli che colpiscono la pro-
pria parte sono derubricati come illegittimi, irrisori o faziosi. E naturalmente
viceversa, il frame è istintivo e riguarda tutti.
Anche il modo in cui si nega un certo concetto ha un’influenza. Quando
George Lakoff invita i suoi lettori «a non pensare all’elefante», tutti pensano
all’elefante (ovvero al simbolo del partito repubblicano). Quando Nixon, ai
tempi del Watergate, affermò in televisione di «non essere un imbroglione», tutti
pensarono che era un imbroglione, perché la negazione di fatto accredita, nella
nostra mente, l’accusa. Per essere davvero convincente avrebbe dovuto ricorre-
re a un’espressione affermativa, che avrebbe attivato i giusti frame nel cervello,
come “Io sono innocente”.
Procedere per frame significa impostare il linguaggio in modo tale da sod-
disfare le nozioni “subliminali” del pubblico, dall’altro imporre attraverso il lin-
guaggio una visione della realtà. Questa tecnica viene usata non solo per forgia-
re un giudizio su notizie contingenti, ma anche per stabilire nell’opinione pub-
blica dei valori di fondo e dunque il confine tra politicamente corretto e politi-
camente scorretto, tra quel che è conveniente o non conveniente dire su un
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