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CONFERENZE



                  Allarme, anche in questo caso, propagato da governi e istituzioni interna-
             zionali prestigiose come l’Organizzazione mondiale della Sanità, secondo logi-
             che e finalità ancora oggi inspiegate.
                  E che ne è stato di Zika, la zanzara assassina che, secondo certe narrazio-
             ni, avrebbe addirittura messo in pericolo i Giochi Olimpici di Rio, paventando-
             ne l’annullamento a tutela della salute pubblica? Sapete quanti casi di contagio
             sono stati riscontrati durante le Olimpiadi tra gli atleti e i turisti? Nessun caso,
             zero  assoluto.  E  quanti  sono  consapevoli  di  ciò  che  è  avvenuto  veramente
             durante le recenti vicende in Ucraina, dove il ricorso a tecniche ibride è risultato
             diffuso in tutte le parti in causa?
                  Le guerre asimmetriche non si dichiarano. Si fanno. Chi attacca non si sco-
             pre e non rivendica, ma è implacabile nel suo agire. Chi subisce sovente non
             capisce e dunque non sa difendersi, favorendo così paradossalmente i propri
             impalpabili nemici e accelerando i tempi della sconfitta.
                  Uno spin doctor, che agisce sempre per conto di un governo o di un’isti-
             tuzione o di una grande azienda, ha il potere di far dimettere il capo di un
             governo o di creare le premesse per distruggere l’economia di un Paese. Il pro-
             blema è che ogni operazione di spin ha successo solo se riesce a far veicolare i
             propri messaggi attraverso i media. Ed è qui che sorgono i problemi per i gior-
             nalisti. Sgomberiamo il campo da un possibile equivoco: pensare che sia possi-
             bile «comprarli» è fuorviante. Che ci siano casi di giornalisti che vendono i pro-
             pri servizi, è noto. Ce ne sono stati in passato e ce ne saranno in futuro; ma è
             assurdo immaginare che tutti i giornalisti possano essere comprati simultanea-
             mente, soprattutto sapendo che le operazioni di spin mirano a condizionare
             non una singola testata ma l’insieme dei media e proprio per questo sono ancor
             più  insidiose  rispetto  a  un’ipotetica  e  in  realtà  impraticabile  «corruzione  di
             massa». Ma è proprio per questo che un esame di coscienza collettivo da parte
             dei giornalisti è più che mai indispensabile, tanto più che, quando le manipola-
             zioni vengono smascherate, sebbene a distanza di anni, a subirne il discredito
             non sono gli spin doctor, il cui operato resta quasi sempre sconosciuto, ma la
             stessa stampa, che viene accusata di scarsa credibilità. Il crollo delle vendite dei
             giornali o il declino dell’influenza dei TG si spiega anche con questo processo
             di progressiva disaffezione nei confronti non di una sola testata ma di un’intera
             categoria,  addirittura  della  funzione  sociale  della  stampa,  che,  al  contrario,
             dovrebbe essere capace di analizzarne la complessità, individuarne i nessi invi-
             sibili,  impiegare  tutto  quanto  in  proprio  possesso  per  limitare  al  minimo  il
             rischio di farsi strumentalizzare attraverso tecniche che risultano sempre più
             articolate e multidisciplinari. Ci vorrebbe, insomma, un bagno di umiltà e una
             capacità di autocritica, che purtroppo non rientrano nelle principali virtù della


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