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CONFERENZE



                  Nel giro di pochi lustri il salto nel livello dello sviluppo ha indotto anche
             i paesi densamente popolati (come India e Cina) e i piccoli paesi intraprendenti
             dell’area asiatica a puntare sulle innovazioni tecnologiche. Sono rimasti indietro
             Sud America e Africa, pur presentando saggi di crescita reale «a macchia di leo-
             pardo».
                  Il livello di occupazione globale si è incrementato, come pure il reddito,
             ma la sua distribuzione all’interno delle nazioni e a livello globale è peggiorata,
             creando reazioni politiche a tutti i livelli.
                  Si è di conseguenza riproposto il problema irrisolto della «conciliabilità»
             tra democrazia, Stato e mercato; nel primo la distribuzione del reddito è legato
             alla  volontà  degli  elettori  e  nel  terzo  alla  capacità  degli  imprenditori,  con  il
             secondo dedito al compito di conciliare le istanze redistributive della democra-
             zia con quelle commutative (leggi tramite gli scambi) del mercato.

             Politica fiscale e politica monetaria
                  Fin dalla Grande Crisi 1929-33 si è affermato il convincimento che il mer-
             cato non fosse in condizione di garantire la piena occupazione e il governo del
             ciclo economico.
                  La politica fiscale si è data il compito di governare le quantità di beni e di
             servizi e l’occupazione, mentre la politica monetaria i prezzi. Tra le due politi-
             che esistono intrecci non facilmente distinguibili (ad esempio le imposizioni tri-
             butarie e la presenza pubblica nelle utilities contribuiscono a determinare i prez-
             zi e la moneta influenza lo sviluppo reale tramite il governo del credito e dei
             tassi dell’interesse).
                  La situazione è oggi ancora più complicata perché la politica fiscale è sem-
             pre più coinvolta nella gestione dei problemi sociali piuttosto che nella piena
             occupazione e nel governo del ciclo economico, che richiederebbe la flessibilità
             che ha perso; mentre la politica monetaria è sempre più coinvolta nell’esercitare
             le funzioni della politica fiscale (il Quantitative Easing e i tassi bassi e negativi).

             Ritorno del protezionismo e innovazioni tecnologiche
                  La coscienza acquisita dai cittadini di ogni paese dei loro diritti di avere
             un’occupazione o un reddito, presente non solo nei regimi democratici, spinge
             verso la protezione sociale e, poiché questa non soddisfa mai, verso il ritorno
             al protezionismo, nel convincimento che così si difende il proprio benessere.
                  L’innovazione tecnologica ha perso l’attrazione del passato d’essere stru-
             mento che avrebbe combattuto la povertà e dato benessere crescente.
                  La fiducia nel progresso tecnologico si è trasformata in una forte diffiden-
             za,  divenendo  un  ostacolo  alla  diffusione  delle  innovazioni,  soprattutto  nel


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