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AUTODETERMINAZIONE, SECESSIONE E ORDINE INTERNAZIONALE
Alta Slesia, estate 1921
Artiglieria inglese in transito per un abitato dell’Alta Slesia
(https://gallica.bnf.fr)
Significativamente, era stato deciso di integrare tra loro le diverse unità, in
modo che nel medesimo distretto potessero operare differenti nazionalità: si
voleva così assicurare quella uniformità di condotta che, con tutta evidenza, era
mancata nel corso della insurrezione.
(44) Cfr. Alun M. THOMAS, The British Upper Silesia Force, cit., p. 16. A differenza della quasi totalità
degli ufficiali superiori dell’esercito britannico, Heneker non apparteneva all’establishment
essendo originario del Canada dove aveva frequentato il Royal Military College di Kingston. Da
ufficiale subalterno di un reggimento di fanteria irlandese, i Connaught Rangers, la sua carriera
si era svolta prevalentemente in Africa Occidentale, dove era stato decorato al valore nel
corso della guerra contro gli Aro - una sanguinosa campagna coloniale condotta tra il 1901
e il 1902 in Nigeria - e in India. Facendo tesoro delle sue esperienze africane aveva pubblicato
un innovativo volume dedicato alle operazioni controinsurrezionali, intitolato Bush Warfare,
ancora recentemente riedito, cfr. William C. G. HENEKER, Bush Warfare: The Early Writings of
General Sir William C. G. Heneker, KCMG, DSO, Ottawa. Department of National Defense,
2009. Nel 1907 era stato nominato aiutante di campo di Edoardo VII: si trattava di un evi-
dente riconoscimento delle sue capacità. Alla fine selle ostilità, Heneker si trovava al coman-
do dell’Ottava divisione di fanteria, che aveva guidato con alterne fortune negli ultimi due
anni di guerra. Successivamente aveva preso parte all’occupazione della Renania, per poi
assumere il comando della UpSi Force. Dopo la Slesia, Heneker farà ritorno in Inghilterra,
concludendo la sua carriera militare in India al vertice del Southern Command. Per un profilo
biografico di Heneker, cfr. Andrew B. GODEFROY, The Military Career of William Charles
Gifford Heneker, in William C. G. HENEKER, Bush Warfare, cit., pp. 9-23.
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