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TRIBUNA DI STORIA MILITARE
Il comando era stato affidato ad una vera e propria icona della Grande
Guerra, il carismatico generale Karl Höfer, egli stesso nativo della provincia e
già distintosi nel corso della repressione della prima insurrezione dell’Alta
Slesia .
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Il 18 maggio iniziò la controffensiva tedesca con una manovra a tenaglia
verso il centro della provincia. L’offensiva si risolse in una vera e propria batta-
glia campale quando il Freikorps Oberland, con il supporto della Selbstschutz e di
altri corpi franchi, superato l’Oder, cozzò contro le posizioni fortificate allestite
dai nazionalisti polacchi sulla collina di Annaberg (Góra Św. Anny). Benché privi
del necessario sostegno di artiglieria, nella notte del 21 maggio i miliziani - in
gran parte veterani della Grande Guerra - dettero l’assalto alle posizioni nemi-
che. Si distinsero in particolare i novecento Freikorpskämpfer bavaresi che, una
volta superate le difese poste alla base dell’altura, investirono la sua sommità
con una travolgente carica. In realtà la battaglia, per quanto sanguinosa - le per-
dite tedesche in una sola giornata di combattimento ammontarono ad oltre cin-
quanta caduti -, fu tutt’altro che decisiva: gli scontri continuarono per tutto il
mese di maggio in un susseguirsi di attacchi e contrattacchi, ma la collina rimase
in mano tedesca. Si trattava però della prima vittoria campale tedesca dal 1918:
un evento che suscitò grande entusiasmo anche al di fuori dell’Alta Slesia e che
non tardò a divenire un tema ricorrente dell’epica nazionalista germanica .
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3. Dopo il plebiscito
Le ostilità terminarono solo il 26 giugno successivo: in meno di due mesi
di scontri si erano registrati circa quattromila morti . Le forze interalleate
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erano state rafforzate nella prima settimana del mese dall’arrivo dei sei batta-
glioni di fanteria della British Upper Silean Force comandata dal generale sir
William Heneker .
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(41) Nell’aprile del 1918 Höfer al comando della 117ª divisione di fanteria, formata prevalente-
mente da slesiani, aveva occupato il Kemmelberg - una serie di modeste alture che domina-
vano la pianura di Ypres - nel corso di uno degli scontri più violenti dell’intero conflitto.
Celebrato in patria come der Held vom Kemmelberge - l’eroe di Kemmelberg -, Höfer fu uno
degli appena centoventidue militari a poter fregiare con le fronde di quercia la propria Pour
le Mérite, la massima onorificenza al valor militare, che si era guadagnato già nel 1916. Höfer,
per altro, era già stato convolto nella prima delle insurrezioni. Ad Höfer si deve un testimo-
nianza preziosa, anche se ovviamente tutt’altro che neutrale, delle vicende dell’Alta Slesia, cfr.
Karl HÖFER, Oberschlesien in der Aufstandszeit, 1918-1921: Erinnerungen und Dokumente, Berlin,
ES Mittler & Sohn, 1938.
(42) Cfr. Il celebre Ernst VON SALOMON, Die Geächteten, Berlin, Rowohlt, 1930, trad. it., I proscritti.
Un romanzo, Milano, Baldini & Castoldi, 1994.
(43) Cfr. Brendan KARCH, Nation and Loyalty in a German-Polish Borderland, cit., p. 142.
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