Page 204 - Rassegna 2019-4
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TRIBUNA DI STORIA MILITARE



                  Il comando era stato affidato ad una vera e propria icona della Grande
             Guerra, il carismatico generale Karl Höfer, egli stesso nativo della provincia e
             già  distintosi  nel  corso  della  repressione  della  prima  insurrezione  dell’Alta
             Slesia .
                  (41)
                  Il 18 maggio iniziò la controffensiva tedesca con una manovra a tenaglia
             verso il centro della provincia. L’offensiva si risolse in una vera e propria batta-
             glia campale quando il Freikorps Oberland, con il supporto della Selbstschutz e di
             altri corpi franchi, superato l’Oder, cozzò contro le posizioni fortificate allestite
             dai nazionalisti polacchi sulla collina di Annaberg (Góra Św. Anny). Benché privi
             del necessario sostegno di artiglieria, nella notte del 21 maggio i miliziani - in
             gran parte veterani della Grande Guerra - dettero l’assalto alle posizioni nemi-
             che. Si distinsero in particolare i novecento Freikorpskämpfer bavaresi che, una
             volta superate le difese poste alla base dell’altura, investirono la sua sommità
             con una travolgente carica. In realtà la battaglia, per quanto sanguinosa - le per-
             dite tedesche in una sola giornata di combattimento ammontarono ad oltre cin-
             quanta caduti -, fu tutt’altro che decisiva: gli scontri continuarono per tutto il
             mese di maggio in un susseguirsi di attacchi e contrattacchi, ma la collina rimase
             in mano tedesca. Si trattava però della prima vittoria campale tedesca dal 1918:
             un evento che suscitò grande entusiasmo anche al di fuori dell’Alta Slesia e che
             non tardò a divenire un tema ricorrente dell’epica nazionalista germanica .
                                                                                   (42)


             3. Dopo il plebiscito
                  Le ostilità terminarono solo il 26 giugno successivo: in meno di due mesi
             di  scontri  si  erano  registrati  circa  quattromila  morti .  Le  forze  interalleate
                                                                 (43)
             erano state rafforzate nella prima settimana del mese dall’arrivo dei sei batta-
             glioni  di  fanteria  della  British  Upper  Silean  Force  comandata  dal  generale  sir
             William Heneker .
                             (44)

             (41)  Nell’aprile del 1918 Höfer al comando della 117ª divisione di fanteria, formata prevalente-
                  mente da slesiani, aveva occupato il Kemmelberg - una serie di modeste alture che domina-
                  vano la pianura di Ypres - nel corso di uno degli scontri più violenti dell’intero conflitto.
                  Celebrato in patria come der Held vom Kemmelberge - l’eroe di Kemmelberg -, Höfer fu uno
                  degli appena centoventidue militari a poter fregiare con le fronde di quercia la propria Pour
                  le Mérite, la massima onorificenza al valor militare, che si era guadagnato già nel 1916. Höfer,
                  per altro, era già stato convolto nella prima delle insurrezioni. Ad Höfer si deve un testimo-
                  nianza preziosa, anche se ovviamente tutt’altro che neutrale, delle vicende dell’Alta Slesia, cfr.
                  Karl HÖFER, Oberschlesien in der Aufstandszeit, 1918-1921: Erinnerungen und Dokumente, Berlin,
                  ES Mittler & Sohn, 1938.
             (42)  Cfr. Il celebre Ernst VON SALOMON, Die Geächteten, Berlin, Rowohlt, 1930, trad. it., I proscritti.
                  Un romanzo, Milano, Baldini & Castoldi, 1994.
             (43)  Cfr. Brendan KARCH, Nation and Loyalty in a German-Polish Borderland, cit., p. 142.

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