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IL FILO DELLA LUBJANKA. SPIONAGGIO ESTERO E LOTTA
ALLA DISSIDENZA INTERNA NEGLI ANNI DI JURIJ VLADIMIROVIC ANDROPOV
Al PGU erano subordinate le residenture nei Paesi capitalisti, tutte le
strutture illegali , gli uffici dei consiglieri distaccati presso i Paesi socialisti e
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amici, l’apparato dello spionaggio industriale e tecnologico.
Fin dal 1920 nell’ambito della Čeka era stata costituita una sezione interna-
zionale, poi inquadrata nella GPU (Gosudarstvennoe političeskoe upravlenie, Direzione
politica di Stato), e nella successiva OGPU e infine nel NKVD. Nel febbraio
1941 vide la luce il Primo direttorato del NKGB, nucleo primigenio del futuro
PGU, che, seguendo la serie di riorganizzazioni di cui è stato dato conto, nel
1946 passò al MGB. Il 30 maggio 1947 venne istituito il Comitato d’informazio-
ne presso il Consiglio dei Ministri dell’URSS (in russo Komitet informacii pri Sovete
Ministrov SSSR) , cui vennero demandati lo spionaggio politico e l’intelligence
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militare . Ospitato presso una vecchia sede del Comintern nel quartiere nordo-
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rientale moscovita di Rostokino, inizialmente venne guidato da Molotov, quindi
per pochi mesi dal suo successore al ministero degli Esteri Vyšinskij e fra 1949
e 1951 da Valerian Aleksandrovič Zorin, che sarebbe divenuto famoso come
rappresentante sovietico all’ONU durante la crisi dei missili di Cuba dell’ottobre
1962. Nel gennaio 1952 fu creato il Primo Direttorato Centrale del MGB, com-
petente per lo spionaggio estero e nel 1954 questo fu inquadrato nel neo-costi-
tuito KGB. Sebbene non contasse su un numero particolarmente elevato di
dipendenti (fra centro e residenture gli effettivi erano otto-novemila), il PGU
divenne una struttura molto prestigiosa, la cui aura leggendaria era costantemen-
te alimentata dalle storie delle grandi operazioni di spionaggio e da nomi quali
Rudol’f Abel’ , Kim Philby , Jurij Ivanovič Drozdov.
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(3) Mentre le residenture erano ospitate in locali delle ambasciate e i funzionari che vi lavoravano
lo facevano sotto copertura di funzioni diplomatiche (molto spesso presso la rappresentanza
commerciale e l’ufficio culturale), gli illegali (in russo nelegaly) venivano inviati clandestina-
mente all’estero e rimanevano a fare attività di spionaggio sotto falsa identità, talvolta per
periodi molto lunghi. Si trattava di correre un rischio altissimo, giacché non potevano con-
tare, in caso di arresto, su alcuna protezione diplomatica.
(4) Da non confondere con il Cominform, l’Ufficio informazione dei partiti comunisti e operai,
fondato nello stesso anno.
(5) Delibera del Consiglio dei Ministri 1789-470сс del 30 maggio 1947. Per un quadro dettaglia-
to sull’evoluzione del PGU si veda V.S. ANTONOV, Služba vnešnej razvedki, Kučkovo pole,
Moskva, 2014 mentre, per un prospetto più sintetico AA.VV., Nacional’naja ideja Rossii, vol. IV,
Naučnyj ekspert, Moskva, 2012, pagg. 2526-2529.
(6) Wilhelm Genrichovič Fischer nacque nel 1903 in Inghilterra da madre russa originaria di
Saratov e da Heinrich Matveevič Fischer, tedesco del Volga e attivo rivoluzionario esiliato
dalla Russia nel 1901 per il suo impegno politico. La famiglia rientrò in Unione Sovietica nel
1920 e visse al Cremlino insieme ad altri vecchi bolscevichi. Dopo un periodo al Comintern,
il giovane Wilhelm nel 1927 entrò nei servizi di sicurezza e prestò servizio in Inghilterra e
Norvegia. Durante la Seconda Guerra mondiale operò nelle retrovie tedesche e conobbe un
altro agente del NKVD, Rudol’f Abel’. Nel 1948 venne inviato negli Stati Uniti, dove entrò
con l’identità di Abel’ e presentandosi come esule lituano. Lavorando come fotografo rimase
attivo a New York finché non venne scoperto e arrestato dal FBI nel 1957. Condannato a
trent’anni di carcere, nel 1962 fu scambiato con Francis Gary Powers, il pilota del Lockheed
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