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LA BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA DEI SITI DI DISCARICA ABUSIVI OGGETTO DI PROCEDURA
D’INFRAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA. LA MISSIONE SVOLTA DALL’ARMA DEI CARABINIERI
Dall’anno 2003 (inizio dell’infrazione) al 2014 (inizio del pagamento della
sanzione) molti siti sono stati risanati da parte dei Comuni e delle Regioni, con
l’apporto decisivo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare per bloccare l’origine degli inquinamenti che gli stessi producevano sul
territorio. Ma duecento di essi, quelli colpiti successivamente da sanzione, sono
rimasti senza cure di riqualificazione alcuna, diventando nel tempo siti “orfani”
di cure, di fatto e di origine per le responsabilità connesse.
Pur considerando l’emergenza che molte Amministrazioni comunali
hanno dovuto gestire negli anni Settanta, Ottanta e anche Novanta relativa allo
smaltimento dei rifiuti, è stato grave l’errore e gravissime le conseguenze di
reperire siti e aree naturali senza condizione alcuna all’esercizio idoneo di que-
sta particolare attività e fare sversare rifiuti a volte non solo di RSU ma anche
speciali, in zone anche pregevoli territorialmente che non potevano contenere
gli inquinamenti ma che nel lungo periodo avrebbero rilasciato inquinanti con
pericoli per la salute umana e la salubrità ambientale.
L’esistenza di questi siti è stata scoperta allora, per la prima volta nel 1986, e
poi attraverso quattro successivi monitoraggi (1996, 2002, 2008 e 2016) dal Corpo
Forestale dello Stato, oggi, Carabinieri Forestali, che hanno effettuato queste atti-
vità proprio allo scopo di prevenire, scoprire, attenzionare, accertare per tempo le
responsabilità e in ultima analisi, rimediare alle manomissioni abusive delle aree.
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