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LE INTERDITTIVE ANTIMAFIA: TRA DISCREZIONALITÀ E ARBITRIO



                     Una discrezionalità, quella poc’anzi delineata, attorno alla quale si è solle-
               vato un acceso dibattito in dottrina, evidenziandone diverse criticità; in sintesi:
               la natura indiziaria dei presupposti oggetto di accertamento, che potrebbe facil-
               mente farne arretrare la sintomaticità al mero sospetto, rendendo de facto una
               simile valutazione incontrollabile; l’effetto interdittivo che colpisce - indistinta-
               mente - tanto l’impresa mafiosa quanto la vittima ; infine, la rilevanza giuridica
                                                              (17)
               del semplice tentativo, che rende ancora più labili i margini applicativi, andando
               ad anticipare la soglia di tutela a situazioni di semplice pericolo . È stato, inol-
                                                                            (18)
               tre, rilevato come l’attribuzione di poteri con un così radicale impatto sull’eser-
               cizio di diritti costituzionalmente rilevanti - esercitati, tra l’altro, inaudita altera
               parte - a un organo direttamente dipendente dall’esecutivo, possa apparire in
               palese contrasto con la dominante tendenza alla “giurisdizionalizzazione” del
               procedimento preventivo .
                                        (19)
                     Sebbene l’actio finium regundorum continui a essere sostanzialmente lasciata
               all’Autorità amministrativa, la misura in esame è stata progressivamente illumi-
               nata dalla giurisprudenza, che ne ha nel tempo delineato meglio il perimetro .
                                                                                         (20)
               I numerosi interventi del Consiglio di Stato in materia, giova ricordare, hanno
               colmato de facto quel vuoto interpretativo sorto nel tempo attorno all’individua-
               zione dei presupposti concreti che giustificherebbero l’adozione del provvedi-
               mento antimafia .
                               (21)
                     Di fatti, la giurisprudenza maggioritaria - secondo una certa dottrina inve-
               stita da un “vento incrementalista”  - sembrerebbe essersi irrigidita a favore
                                                  (22)
               delle ragioni di prevenzione amministrativa, confermando la legittimità di deci-
               sioni fondate sul prevalente interesse pubblico a rispondere adeguatamente alla
               presenza  della  criminalità  organizzata  nelle  numerose  pieghe  dell’economia
               sana del Paese.

               (17)  La distinzione ai fini della punibilità tra impresa vittima e impresa contigua, sebbene in ter-
                     mini assiologici sembrerebbe ovvia, è giuridicamente controversa: per un approfondimento,
                     ved. S. DE FLAMMINEIS, Impresa mafiosa ed impresa vittima: segmenti di intersecazione e la figura del
                     concorrente esterno estorto, DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO, 27 febbraio 2018 (a favore della
                     tesi che vede la vittima possibile concorrente esterno al sodalizio, pertanto sussumibile - in
                     astratto - nella situazione della sanzione interdittiva emessa nei confronti della stessa).
               (18)  R. RUSSO, I Grandi Eventi: strategie di intervento punitivo, DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO, 2015.
               (19)  F. ARATA, Verso una progressiva fuga dalla giurisdizione?, DIR. PEN.  E PROCESSO, 2011, 2, 137
                     (commento alla normativa).
               (20)  Consiglio di Stato, sent. n. 565, 9 febbraio 2017, NOCCELLI (anche con riferimento al com-
                     mento di P. TONNARA).
               (21)  Si fa riferimento alle note sentenze nn. 1743 e 1846 del 2016.
               (22)  M. MAZZAMUTO, Prevenzione amministrativa antimafia -pagamento di imprese colpite da interdittiva
                     antimafia e obbligatorietà delle misure anticorruzione, in GIUR. IT., 2019, 1, 157 (nota a sentenza),
                     con riferimento alla citata sent. C.d.S. (Ad. Plen.), 6 aprile 2018, n. 3.

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