Page 32 - Rassegna 2019-1
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DOTTRINA




               La più recente stagione emergenziale è costituita dalla criminalità econo-
          mica cioè, dalla criminalità da profitto.
               Si tratta di una tematica dalle forti ricadute. Innanzitutto, la logica della
          globalizzazione espande la sua incidenza in una dimensione che supera i confini
          nazionali per proiettarsi in una chiave internazionale, con conseguente coinvol-
          gimento di organismi sovranazionali, statistiche sulla effettiva incidenza e sulla
          dimensione percettiva del fenomeno. In secondo luogo, le interconnessioni del
          riferito fenomeno con quello della criminalità organizzata evidenziano la forte
          incidenza che la criminalità del profitto determina nelle dinamiche dei rapporti
          economici nella misura in cui distorcono gravemente il mercato e la concorren-
          za, secondo una logica che si incrementa e si rafforza progressivamente. In
          terzo luogo, la forte incidenza del fenomeno della “decadenza” economica con
          arricchimento di pochi e pregiudizio per molti, in un quadro di crisi economica
          pone in evidenza il rischio di una deriva sociale con pregiudizio per la stessa
          tenuta solidale e democratica di una società.
               In questi contesti, si accentuano gli sforzi delle autorità internazionali che
          governano le dinamiche economiche, affinché gli Stati si dotino di efficaci stru-
          menti idonei a prevenire e a reprimere i fenomeni corruttivi.
               All’esigenza - conseguente anche alle pressioni internazionali e alla neces-
          sità di ottemperare agli impegni sottoscritti con alcune convenzioni sovranazio-
          nali, spesso formulate in sede ONU - di contrastare il fenomeno della corruzio-
          ne non si è sottratta l’Italia con una serie di iniziative legislative sempre più pene-
          tranti nell’individuazione degli strumenti di lotta e di contrasto al fenomeno.
               Il  dato  più  significativo  di  questo  percorso  è  costituito  dall’accentuata
          attenzione del legislatore per i sequestri e le confische del prodotto e del pro-
          fitto del reato. Si instaura, così, a fianco al processo alla persona, autore di un
          reato, anche un processo alle cose nella visione di un accertamento che deve
          portare alla consapevolezza che da un lato “il crimine non paga”, dall’altro, che
          è importante per perseguire il crimine, “seguire il danaro”.
               In questo contesto sono stati rinforzati gli strumenti ablativi: al sequestro
          e alla confisca diretta, si è affiancata quella equivalente e quella cosiddetta allar-
          gata. Si tratta di strumenti di grande efficacia che per un verso - nel caso del-
          l’equivalente - rompono lo stretto legame tra il reato e la res, nella misura in cui
          consentono di soddisfare l’esigenza del recupero delle cose illecite ancorché non
          siano le stesse, ma altre di pari valore. Con il sequestro e la confisca allargata, la
          condanna per i reati a connotazione corruttiva è il presupposto per una verifica
          connessa alla congruità del patrimonio di un soggetto che potrà dimostrare la
          mancanza di sproporzione della disponibilità patrimoniale di cui è titolare.

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