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L’USO DI DRONI ARMATI E COME CONTRASTARE LA MINACCIA
Hero-30, il drone dell’americana Raytheon e dell’israeliana UVision
3. I droni e il futuro
Gli Uav (Unmanned Aerial Vehicles) sono sempre più impiegati per colpire
bersagli mirati, ma tra qualche anno potremmo assistere ad una evoluzione:
dalla diffusione di mini-droni da combattimento, si potrebbe passare allo svi-
luppo di droni da guerra estremamente sofisticati e in grado di compiere in
completa autonomia buona parte delle loro azioni attraverso sistemi di intelli-
genza artificiale.
L’intelligenza artificiale può rendere realtà uno scenario in cui non solo i
droni diventano strumenti di guerra alla portata di chiunque, ma si trasformano in
veri e propri killer robot. Il pericolo sono gli algoritmi di “image recognition” che
permettono a questi sistemi di individuare i loro bersagli. Questi algoritmi non
sono ancora sufficientemente accurati e potrebbero compiere parecchi errori.
I droni armati sono menzionati a pieno titolo anche nella risoluzione State
of EU-US relations approvata (566 voti a favore, 47 contrari e 73 astensioni) dal
Parlamento Europeo riunito a Strasburgo il 12 settembre del 2018.
L’appello nasce sulla base del rapido sviluppo ed uso di droni armati in
Europa. Notizie da parte dei media sostengono che la Francia stia armando il
suo drone Reaper MQ-9, i Paesi Bassi e il Belgio hanno annunciato l’acquisto
di droni dello stesso modello “armabili”, mentre la Germania sta riflettendo
sulla possibile locazione del drone israeliano Heron TP.
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